Viaggio nella notte dei senzatetto, ecco chi sono gli invisibili

La nostra uscita coi volontari della Croce Blu e l’assessore Urbelli

Volontari Croce blu

Volontari Croce blu

Modena, 17 novembre 2017 - Franco aveva un lavoro e una famiglia, poi ha perso tutto tranne i vestiti che indossa. Così come Anna, fino a pochi mesi fa infermiera in una casa di cura privata. Marco è giovane ed è sicuro che la vita gli regalerà presto un’altra chance. Paolo sonnecchia per terra accanto alla sua siringa insanguinata. Giuliano vive in camper ma è stato adottato dall’intero quartiere. Luca invece vuole invece stare solo con i suoi tre cani. Matteo assicura di essere lì a quell’ora, semi-addormentato in stazione, solo perché ha perso il treno ma il suo sguardo racconta altro. Vengono da Paesi, città, storie molto differenti. Una cosa li accomuna: sono tutti senzatetto.

Li abbiamo incontrati insieme ai volontari della Croce Blu e all’assessore al welfare Giuliana Urbelli che martedì notte hanno effettuato il servizio inaugurale del ‘Piano di accoglienza invernale per persone in difficoltà’. L’appuntamento era alle 21.30 nella sede di via Giardini. Il tempo di preparare i thermos di tè bollente, tagliare i panini donati dal bar Titto e poi via in strada, a 3° C. La prima tappa è al Direzionale 70. Al pian terreno tutte le nicchie sono state serrate con inferriate, cancelli e grate metalliche. Vicino alle scale scorgiamo panni stesi. A poca distanza ci sono cumuli di coperte. Lentamente emergono i visi di 4 persone. Sono una famiglia rom nota in città per sgradite scorribande. Proprietari di due appartamenti e di una casa rurale, non ne vogliono sapere di andarci a passare almeno la notte. Un bicchiere di bevanda calda e poi i saluti.

La nuova sosta è al Parco Ferrari. Alle 22.30 non c’è nessuno. La nuova illuminazione scoraggia chi vuole accamparsi. Le lucciole nei distributori di benzina guardano incuriosite. Anche il cimitero di San Cataldo è stranamente deserto. In via Mascagni è parcheggiato il camper di Giuliano. Ma è spesso ospite degli abitanti del quartiere: un letto, un bagno, un pasto caldo per lui c’è sempre. La vista delle divise della Croce Blu scatena nei residenti il timore che Giuliano abbia avuto un malore. In molti scendono in strada e dobbiamo rassicurarli. Poi si riparte. Ci dirigiamo alla parrocchia di Collegarola. Nel cortile Luca ha parcheggiato la sua roulotte. Ha 45 anni, era operaio: ora accumula in modo patologico tutto ciò che trova abbandonato. E vive coi suoi tre cani. La sua ‘tana’ è avvolta da teloni plastificati anti-freddo.

«Grazie per i viveri, venitemi a trovare presto», si raccomanda. La stazione dei treni è da sempre il principale ‘hotel’ invernale. Varcato l’ingresso, una donna ci viene incontro barcollando. Chiede del treno per Foggia. Poi esce. Nel sottopasso troviamo senzatetto stranieri. Sono intontiti dall’alcol. In un altro tunnel incontriamo Matteo, rannicchiato al muro: «Ho perso il treno per raggiungere mia sorella, non sono un vagabondo». È difficile credergli. In un angolo Paolo si nasconde sotto le coperte: a poca distanza ci sono le sue All Star candide e una ‘spada’ arrossata dal suo sangue. Usciamo sui binari. Esposti al vento gelido che taglia il viso, dormono in sei: «Non vogliamo stare là sotto con quegli ubriachi. Sono molesti e pericolosi».

Il primo spazio è occupato da Franco e Anna, due anime sole unite dalla sventura. Lui in pochi mesi si è trovato senza lavoro - «la ceramica ha trasferito il mio reparto all’estero» - e poi senza famiglia. Sulla strada ha incontrato la polacca Anna, «infermiera - afferma con orgoglio -. La cooperativa per cui lavoravo in una casa di cura privata ha chiuso. E ora sono qui». L’assessore le offre un posto alla Casa delle Donne, ma lei non vuole lasciare solo Franco. Marco accetta il tè e un panino ma non alloggi: «Qualcuno si sta già muovendo per me. Attendo fiducioso. Perché sono qui? Incidenti che capitano nella vita. Ma arriveranno occasioni per rinascere». Sul piazzale ci viene invece incontro un tunisino. Sbava, si sbraccia e ha le pupille dilatate. Cerca un pretesto per attaccare. La tensione è altissima ma la situazione viene gestita al meglio dai volontari. L’ultimo passaggio è nelle vie del centro dove le forze dell’ordine segnalano la presenza di una donna che dorme sul marciapiede. Ma tutte le ricerche sono vane. Scomparsa. Svanita nel nulla. Invisibile tra gli invisibili.