Morto Sergio Benini, l’uomo del Miracolo

Commerciante con l’hobby della magia, aprì un negozio di sei piani in via Emilia

Sergio Benni

Sergio Benni

Modena, 22 maggio 2017 - «Confezioni Benini al Miracolo. Nessuno regala, noi ci accontentiamo». Un marchio, uno slogan, un negozio e una storia che tanti modenesi conoscono. E l’uomo che si inventò tutto questo ci ha lasciati. E’ morto Sergio Benini, 89 anni, tra i più noti commercianti di Modena, che all’apice della sua carriera di venditore di abbigliamento, aprì un negozio in piazzetta San Biagio di sei piani, con 33 dipendenti. Un imprenditore vulcanico noto anche per il suo hobby, la magia, che lo portò a girare il mondo a bordo delle Costa crociere grazie ai suoi spettacoli con le carte. Lascia due figli, entrambi modenesi a loro volta molto noti: il gioielliere Enrico e il manager artistico Riccardo, tra l’altro organizzatore del festival del cabaret emergente.

Una storia, quella di Sergio Benini, che parte da lontano. Figlio di un commerciante di abbigliamento di Suzzara, aprì il primo negozio a Modena nel 1953. La bottega si trovava di fianco alla scalinata del Comune e proprio l’amministrazione era proprietaria. Subentrare come inquilino non era facile. Raggiunse un accordo con il sindaco Corassori: la fornitura delle divise della banda municipale in cambio del negozio. E cominciò l’avvenutra di Benini Al Miracolo. Perché al Miracolo? «Serviva un nome originale – ricordava sempre Sergio – a cui abbinare un slogan che rimanesse impresso nelle mente delle persone. Insieme a mio padre e mio fratello ci inventammo Al Miracolo, seguito dallo slogan ‘nessuno regala, noi ci accontentiamo’». Slogan non casuale: allora vinceva la concorrenza chi riusciva a fare i prezzi migliori. E fu proprio così che Benini iniziò a farsi conoscere dai modenesi. Poi il grande salto negli anni ’70, con il passaggio nel negozio sulla via Emilia centro in piazzetta San Biagio. Benini acquistò un palazzo intero, pagando 70 milioni, per allora una cifra enorme. «Mi aiutò la banca Popolare – diceva – sapevano che ero bravo e mi diedero fiducia». E quel palazzo di quattro piani nobiliari divebbe un grande magazzino da sei piani, con tanto di ascensori e scala mobile. Un qualcosa che a Modena fino ad allora non si era mai visto. «E il successo fu strepitoso – ricorda il figlio, Enrico Benini – certi sabati pomeriggio mio padre doveva impugnare il microfono e chiedere agli impiegati di bloccare entrata e scala mobile, perché i clienti erano troppi e non saremmo riusciti a servire tutti».

Poi l’hobby per la magia, un interesse che lo portò anche a vincere premi internazionali. «A casa ci faceva sempre vedere nuovi trucchi – ricorda ancora Enrico – per capire se potevano avere successo. Era un grande amico di Enzo Ferrari, si incrociavano spesso dal barbiere di corso Canalgrande. E il Drake si divertiva a vedere i suoi ultimi trucchi con le carte». Ma la vera magia fu quel negozio di sei piani, chiuso nel ’92. Un’avventura, visti i tempi, ormai irripetibile.