Negozianti 'ostaggio' dei criminali: 'Furti e rapine, un incubo'

L'indagine di Confcommercio sulla percezione di insicurezza delle imprese: per il 51% del campione la situazione è peggiorata

GIORNATA LEGALIT_WEB

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Modena, 22 novembre 2017 - E' un effetto a catena. Più crescono i reati in una determinata zona e più i negozianti soffrono un calo di fatturato per colpa dell’emorragia di clienti, costringendoli nei casi peggiori a dovere licenziare il personale. Diventa così fondamentale per le istituzioni tenere conto della percezione di insicurezza tra gli imprenditori per indirizzare al meglio le politiche sul tema. E nasce con questo intento l’indagine condotta da Confcommercio, che anche quest’anno analizza i fenomeni criminali sofferti dalle imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dell’artigianato e dei trasporti. Oltre 200 (230 per l’esattezza) le realtà modenesi coinvolte nel sondaggio, che ancora una volta fa emergere un clima difficile, tanto che il 51% degli intervistati (era il 47% dodici mesi fa) ritiene che nell’ultimo anno i livelli di sicurezza siano peggiorati (solo il 7% afferma siano migliorati). Parliamo di furti, contraffazione, abusivismo, rapine e usura, fenomeni che ‘viaggiano’ quotidianamente sulle cronache locali, amplificando la sensazione di non sentirsi al sicuro. Il report è stato illustrato nel dettaglio ieri nella sede di Confcommercio: presenti il vicedirettore dell’associazione Franco Buontempi; il vicepresidente provinciale Massimo Malpighi; il presidente vicario di Federalberghi Riccardo Pisani; Raffaele Vosino della Fimi; il presidente del sindacato locali da ballo Gabriele Fantuzzi; e Paolo Bigarelli, presidente provinciale della Federazione Italiana Tabaccai. Come spiegato nell’indagine (raccontata punto per punto da Buontempi) i crimini percepiti maggiormente in aumento sono i furti (per il 65% del campione), seguono l’abusivismo (per il 54%), la contraffazione (40%), le rapine (33%). Meno citati usura (13%) ed estorsione (11%), poco affini al nostro territorio. In particolare, circa la metà degli imprenditori coinvolti ha subito negli ultimi 12 mesi almeno un episodio di taccheggio. Parere comune, con una percentuale del 91%, riguarda l’inefficacia delle leggi vigenti, con una propensione netta a chiedere l’inasprimento delle pene (95%). Rimane forte per gli intervistati il bisogno che le forze dell’ordine incrementino i controlli sul territorio (63%), con la certezza della pena considerata tra le misure più efficaci per sconfiggere i malviventi (per il 78%). Per proteggere la propria impresa l’82% del campione sostiene di aver adottato almeno una misura tra quelle proposte: poco meno della metà dichiara di essere assicurato (45%), circa un quinto ha un servizio di vigilanza privata, il 12% si è dotato di vetrina corazzata, il 51% dice di aver adottato un impianto d’allarme o di videosorveglianza.

Da non sottovalutare, poi, il dato che rivela come un commerciante su 10 pensa di acquistare un’arma per difendersi.

Fantuzzi ricorda come la piaga dell’abusivismo continua a colpire «il mondo dei locali notturni, che si trova a combattere contro circoli e falsi-ristoranti che non rispettano nessuna regola». Stesso discorso per il mercato parallelo degli affitti turistici – spiega Pisani – «dove servono più regole per eliminare le zone grigie dal punto di vista fiscale». Preoccupante anche l’abusivismo nell’intermediazione immobiliare («ci sono ancora tanti personaggi che svolgono l’attività senza averne i titoli», dice Vosino) e il problema della contraffazione che tormenta i tabaccai. Malpighi mette l’accento «sull’urgenza di rivedere le leggi a livello nazionale. Auspico che a Modena il nuovo questore continui a battere su queste problematiche». E sui comitati che continuano ad alzare la voce, il vicepresidente di Confcommercio è chiaro: «Quando le cose non migliorano è normale che le persone si uniscano».