Sollecito riparte da Carpi, progetti con l’artista Bund

L'ex di Amanda Knox: "Dopo l’assoluzione dal processo Kercher su di me ancora pregiudizi"

Raffaele Sollecito insieme all’artista carpigiano Bund

Raffaele Sollecito insieme all’artista carpigiano Bund

Carpi (Modena), 16 gennaio 2017 - C’era anche Raffaele Sollecito sabato al Filatoio di Modena all’inaugurazione di ‘Bund World’, la mostra di Daniele Corrone, alias Daniel Bund, 30 anni, l’artista carpigiano che ha disegnato l’ultima collezione dei peluche della Trudi. L’amicizia tra Sollecito, condannato in primo grado ma poi definitivamente assolto anche in Cassazione dall’accusa di avere partecipato nel 2007 all’omicidio a Perugia di Meredith Kercher, e Bund è nata qualche anno fa. «La sua presenza all’inaugurazione mi ha onorato - commenta Daniele -. Ho ammirato da subito la dignità con cui ha vissuto l’orrore e si sta riprendendo la sua vita. Quando viene da me è ‘semplicemente’ Raffaele, ossia un grande amico». Sollecito parla in modo pacato, è disponibile, non si ritrae da alcuna domanda: l’accusa, l’esperienza del carcere, la nuova vita, il lavoro, le amicizie, e Carpi.

Un’amicizia importante quella con Bund…

«Molto. È nata ‘per caso’: alcuni anni fa Daniele mi ha scritto via mail per esprimermi la sua stima per come stavo affrontando la terribile vicenda. In occasione di un mio viaggio in Emilia Romagna ci siamo incontrati a Parma: n’è nata una bella sinergia. Ogni volta che posso lo vengo a trovare».

Carpi le piace… Intende trasferirsi?

«Chissà! A Carpi ho trovato un’accoglienza calorosa e un bell’ambiente. Mi piace la nebbia, è poetica. Ma ancora preferisco definirmi ‘itinerante’, ‘nomade’, tra una meta e l’altra. Non sto mai fermo troppo a lungo in un posto, ho bisogno di sentirmi libero di andare via, senza più costrizioni né catene. Ma arriverà anche il tempo di fermarmi in un posto in cui tornare a essere finalmente libero di avere una vita normale, senza la paura di essere ingabbiato in una nuova trappola senza uscita».

Quali sono i suoi progetti?

«Nel 2014 ho conseguito la laurea specialistica in ingegneria informatica: ultimamente ho avviato un nuovo progetto, suntickets, un servizio online per turisti. Inoltre giro l’Italia per presentare il mio libro. Infine, Daniele ed io stiamo valutando di collaborare insieme per la creazione di un’app».

Quanto è difficile il riscatto sociale?

«Molto. Cerco di vivere la mia vita tranquillamente, senza nascondermi. Vedo lo sguardo delle persone, i loro commenti e i sorrisi mentre mi guardano. A volte si avvicinano e mi manifestano solidarietà o conforto. Però la mia immagine a livello popolare è stata distrutta. La Giustizia mi ha dichiarato innocente in tribunale, ma non ha fatto nulla per aiutarmi a recuperare la mia esistenza. Mi aspettavo che spiegasse bene a tutti perché sono innocente, ma ho capito che devo recuperare da solo la mia immagine sociale, altrimenti l’opinione pubblica rimarrà col dubbio. Purtroppo, a livello personale e lavorativo, prima della mia persona arriva l’immagine che è stata data di me. Devo distruggere le metastasi del pregiudizio».