Modena, spacciatore in fuga causa incidente. "Poteva uccidere"

Il padre della piccola ferita nell’incidente con il pusher in fuga

La Citroen a bordo della quale  c’era una bimba di 5 anni con nonna e zia (Fiocchi)

La Citroen a bordo della quale c’era una bimba di 5 anni con nonna e zia (Fiocchi)

Modena, 23 ottobre 2016 - Sulla Citroen distrutta dallo schianto con lo spacciatore in fuga c’era la sua famiglia: la figlia di 5 anni, ricoverata in pediatria con la clavicola rotta e un’emorragia renale; la madre ottantenne ricoverata a Baggiovara con politraumi e costole rotte; la sorella che era alla guida e se l’è cavata con un ematoma. «Poteva essere un massacro», dice Angelino C., psichiatra di Modena che ieri è rimasto tutto il giorno al policlinico con la sua bambina: «Stiamo aspettando l’esito degli esami clinici su mia figlia, e se moriva la bambina? E se avrà per tutta la vita un problema al rene? E se muore mia madre che è anziana?».

Sono le domande che si pone un papà al quale venerdì hanno detto che la macchina in cui viaggiava sua figlia era stata centrata in pieno da una Opel ‘impazzita’, che ha ignorato il semaforo rosso a tutta velocità all’incrocio tra viale Italia e via San Faustino, per altro alle 4 del pomeriggio. «Poteva distruggermi la famiglia – si sfoga – Mi ha chiamato mia moglie, sono corso all’ospedale. E chi mi trovo lì? Il malvivente, che ovviamente non si è fatto nulla. Ce l’avevo davanti agli occhi, non si può perdonare. Fra due giorni con le leggi italiane sarà liberato mentre chi è rimasto ferito ne avrà per mesi».

Nell’incidente è rimasta coinvolta anche una Polo con mamma e figlio di 13 anni miracolosamente salvi. E una quarta auto condotta da un uomo anche lui illeso. «Come hanno potuto pensare che quel mavivente si sarebbe fermato al semaforo?». Il papà si riferisce all’inseguimento della polizia che però - secondo quanto emerge dagli atti - aveva lasciato andare l’auto dello spacciatore il quale, malgrado gli agenti della squadra mobile fossero a debita distanza (non hanno assistito all’incidente), non ha esitato ad accelerare anche in prossimità del semaforo. Ecco perché il pm Marco Niccolini contesterà al marocchino Said Bouadili oltre all’accusa di spaccio di droga anche la resistenza e soprattutto le lesioni volontarie plurime. I poliziotti avrebbero infatti rallentato proprio per evitare che il 24enne provocasse un incidente.

«Poteva andare peggio, molto peggio, è stato terribile. Non ho sentito sirene, sono partita e questa auto mi è piombata addosso, non è possibile fare un inseguimento simile in mezzo al traffico», commenta spaventata da Baggiovara la zia della bimba che era alla guida della C3. Domani lo spacciatore, che scappava dopo essere stato notato al parco Ferrari (in auto nascondeva mezzo chilo di cocaina), comparirà davanti al gip per la convalida dell’arresto. L’uomo, ai domiciliari dove stava scontando una condanna per droga (era stato arrestato a gennaio sempre a Modena), aveva il permesso di uscire per andare al lavoro. Invece era al parco a vendere cocaina: per questo era sotto la lente della Mobile.