Modena, uccisa e chiusa nel frigo. "Canò in grado di intendere e di volere"

La perizia dello psicologo sull’omicida della 55enne trovata morta alla Madonnina l’estate scorsa

La vittima,  Bernardetta Fella

La vittima, Bernardetta Fella

Modena, 1 marzo 2017 - Armando Canò, il 50enne che nel giugno dello scorso anno ha ucciso Bernardetta Fella, nascondendo poi il cadavere in un frigorifero, era capace di intendere e volere. Sicuramente lo era quel giorno, culminato nella macabra tragedia. Matilde Forghieri, psichiatra modenese e figura sopra le parti nominata dalla procura, ha stabilito questo nella corposa relazione redatta dopo aver sottoposto l’omicida ad una serie di test che dovevano chiarire appunto questo robusto quesito. Dunque, secondo quanto scrive la professionista, Canò sapeva quello che stava facendo, nonostante i precedenti problemi che l’uomo ha affrontato in passato (è stato in carico ai servizi) potessero lasciare in un primo momento far intendere il contrario.

La relazione è stata definitivamente depositata, dato che ieri mattina in tribunale si è chiusa la fase dell’incidente probatorio sull’omicidio Fella, che vede nell’elaborato proprio l’atto più importante. Ovviamente i contenuti specifici di questo documento sono ‘top secret’, visto che siamo ancora in un passaggio preliminare, ma qualcosa trapela: Canò il giorno dell’omicidio aveva bevuto, aveva una intossicazione acuta da alcol. Ma l’ubriachezza non era tale da compromettere, appunto, la tesi della capacità di intendere e volere. Non si è trattato, difatti, di un episodio da inserire in una intossicazione da alcol cronica, che invece, in tal caso, avrebbe potuto lasciare intendere il contrario.

Tutti i test che il 50enne ha poi affrontato hanno portato a questa conclusione: le capacità di pianificazione e più in generale quelle intellettive confermano che sapeva quanto faceva. Bernardetta Fella, 55 anni, lo ricordiamo, è stata uccisa nella casa in cui conviveva con Armando Canò, in strada Nazionale per Carpi, alla Madonnina. L’uomo dopo averla strangolata ha nascosto il cadavere dentro ad un frigorifero in cantina. L’uomo aveva già picchiato in passato la 55enne. Dopo questo importante passaggio sancito dalla perizia, gli atti tornano al pubblico ministero Katia Marino, che presto potrebbe chiedere il giudizio immediato per il 50enne omicida.