Vaciglio, un bosco urbano da 90mila metri quadrati. Ma i 550 nuovi alloggi restano

Infuocata assemblea pubblica sulla famigerata variante urbanistica delle nuove palazzine (550 alloggi) nel comparto Morane-Vaciglio.

L’incontro in via Viterbo tra il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’assessore Vandelli e un nutrito gruppo di cittadini interessati al progetto

L’incontro in via Viterbo tra il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’assessore Vandelli e un nutrito gruppo di cittadini interessati al progetto

Modena, 23 gennaio 2018 - Oltre 300 cittadini. Tutti agguerriti. L’infuocata assemblea pubblica di ieri sera sulla famigerata variante urbanistica delle nuove palazzine (550 alloggi) nel comparto Morane-Vaciglio era destinata a fare il pieno e così è stato. Dopo mesi di dibattiti e proteste sul progetto (chi non ricorda la biciclettata di settembre con un migliaio di modenesi in sella?), l’incontro in via Viterbo – atteso da mesi - è stata una sorta di resa dei conti tra i contrari all’intervento (giudicato incompatibile ambientalmente e peggiorativo del traffico) e l’amministrazione.

Il sindaco Muzzarelli e l’assessora Vandelli – assistiti dai tecnici comunali - hanno risposto alle osservazioni firmate dai comitati ‘Mobastacemento’, ‘Per un quartiere Morane sostenibile’ e Italia Nostra, mettendo sul piatto, tra le altre cose, la delibera approvata dalla Giunta (oggi andrà in Commissione e prossimamente in Consiglio) con cui si bloccherà ogni ulteriore margine di edificabilità nella zona (altre 315 case) con la nascita di un vero e proprio bosco urbano di quasi 90mila metri quadrati, con più di 8mila piante (costo 400mila euro).

Verde a parte, sindaco e tecnici hanno spiegato le migliorie che accompagneranno il progetto, in particolare per quanto riguarda la nuova viabilità e la decongestione del traffico. Oltre all’arrivo della Complanarina, viene confermata l’anticipazione, rispetto alle palazzine, di alcune infrastrutture, tra cui la realizzazione della nuova rotatoria relativa all’intersezione tra via Morane e via Liguria e del tratto stradale di collegamento tra via Vaciglio e via Morane. Contestualmente, verrà avviato un percorso al fine di approfondire e valutare i benefici indotti sulla fluidificazione del traffico dalla costruzione di una eventuale ulteriore rotonda su strada Bellaria nel tratto che interessa l’accessibilità al comparto di via Morane.

Inoltre, il soggetto attuatore dovrà installare una barriera acustica di 630 metri sulla Nuova Estense e per un tratto di via Morane, finalizzata alla mitigazione acustica dei fabbricati più esposti al rumore stradale. L’intero comparto, poi, sarà progetto con il criterio delle zone 30. Il piano ha placato i malumori? Non proprio, tanto che i presenti – seduti e in piedi in ogni dove - sono intervenuti ripetutamente per contestare le proposte del Comune. «Non c’è bisogno di nuovi alloggi, il traffico diventerà insostenibile», la rimostranza dei più. «Le rotatorie? Non diminuiranno i veicoli che passeranno nel quartiere e verremo invasi dallo smog».

Proprio il tema ambientale è apparso essere quello più sentito dai residenti. «Perché non creiamo semplicemente il bosco? Questa non è rigenerazione, è solo consumo di altro suolo vergine», tuona qualcun altro. Sommersa dalle critiche anche la previsione – prospettata dai tecnici – «che la mancata approvazione della variante riporterà il progetto alle caratteristiche iniziali con oltre mille alloggi». Dalla sua il sindaco ha provato a gettare acqua sul fuoco, sin dall’inizio dell’assemblea: «Abbiamo fatto questo percorso insieme e tenuto conto della varie osservazioni arrivate. Potevano essere fatti fino a 1311 alloggi, ma ci si fermerà a 550 realizzando un grande bosco urbano». Ma non è bastato a placare una mobilitazione destinata a continuare ancora a lungo.