Modena, viale Gramsci, residenti infuriati. "Spaccio e ubriachi, tutto come prima"

Lettera al sindaco Muzzarelli: "Come pensa di intervenire?"

La chiusura del negozio etnico sul viale

La chiusura del negozio etnico sul viale

Modena, 29 agosto 2017 - Tra i destinatari non manca praticamente nessuno. Ci sono il sindaco Muzzarelli, l’assessore Guerzoni, il prefetto, il questore, il comandante della municipale Chiari, la finanza, poi in ordine sparso un po’ tutte le forze politiche . Decine i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine che ieri pomeriggio hanno ricevuto via Pec la nuova segnalazione proveniente da viale Gramsci.

Riga dopo riga, il racconto contenuto nella missiva lo si può tranquillamente riassumere in «48 ore di ordinario degrado». L’arrivo dell’estate ha coinciso con l’inizio delle ronde pacifiche dei residenti, il conseguente aumento dei controlli e un atteso tavolo in prefettura. Con le ferie e l’inevitabile spopolamento della zona, però, la situazione è tornata fuori controllo. Se ne sono accorti i modenesi rientrati dalle vacanze che lo scorso weekend hanno avuto modo di tornare nel loro ‘mondo’, rimanendone nuovamente disgustati, tanto da convincere uno dei referenti del comitato di viale Gramsci ad armarsi di carte e penna (o meglio, mouse e computer) per contattare nuovamente le autorità cittadine.

«Il fine settimana appena concluso – esordisce – è stato il primo che ho trascorso a Modena dopo le vacanze. Il quadro che ho avuto è stato abbastanza desolante perché, come sono andato via a fine luglio conscio che qualcosa si stava attivando per una riqualificazione della zona, mi sono reso conto che le convinzioni di miglioramento sono concretamente precipitate in un laconico nulla di fatto. Facciamo un sunto, con ironia, in quanto la mia lettera non vuole essere neanche lontanamente un’accusa nei confronti del sindaco, ma un metterlo al corrente dello stato delle cose. Anche perché, altrimenti, dovremmo piangere...».

Segue una narrazione lunghissima, di cui riportiamo i passaggi salienti. «Nella mattina di sabato – scrive il cittadino – vado a prendere un caffè da un barista amico e l’occhio cade nel parchetto a fianco che si trova in fondo a Viale Gramsci.  Si, proprio quel parchetto completamente buio per il quale il Comune sta predisponendo illuminazione viste le lamentele per bivacchi e rifiuti. Saranno le 11:30 e ci sono una trentina, non esagero, di persone che si stanno ubriacando, avranno almeno un centinaio di bottiglie di birra, urlano, urinano e bivaccano in terra.  Due pattuglie della municipale – prosegue la lettera – arrivano e riportano la quiete e la pulizia».

«Rientrando verso casa – continua il residente – passo davanti al negozio etnico al civico 327 e la prima cosa che noto, oltre lo sporco, è l’odore nauseabondo di pesce o carne putrefatta che proviene da dentro. Forse le cosce di pollo cotte che spesso alcuni avventori hanno in mano saranno andate a male».

Alla sera la tappa al parco XXII aprile: «Sono andato a riempire le bottiglie alla sorgente pubblica. La situazione che mi si è presentata è quella di una decina di ragazzotti in bicicletta, ovviamente senza luci, che ronzavano letteralmente in mezzo alla strada e che, vedendomi, mi si sono lanciati contro, rischiando di essere investiti per chiedermi se volevo cocaina, eroina o fumo...». Il racconto passa poi a domenica 27: «Al mattino - spiega il referente del comitato – faccio una volata alla Coop Canaletto. Credo di essere fortunato ad essere ancora integro fisicamente perché, tra andata e ritorno, mi sono dovuto far da parte 19 volte per consentire il passaggio a biciclette che correvano sul marciapiede. Rientrato, ho avuto modo di osservare che dal negozio etnico gli avventori continuano ad uscire con le bottiglie di birra aperte. Astutamente non si fermano più davanti alla vetrina e si spostano sotto il condominio di fronte».

E a chiudere la missiva, il residente si rivolge direttamente al sindaco chiedendogli, tra le altre cose, «cosa pensa della situazione e se gli sforzi che si appresta a compiere per la riqualificazione possano trarre giovamento da tutto ciò. Onestamente a fine luglio la situazione sembrava migliore. Cosa è cambiato?  A mio modesto avviso è venuta scemando, per ovvi motivi legati al periodo feriale, la presenza sul territorio dei residenti.   Quelli che certuni, a torto, chiamano ronde – dice il cittadino – in realtà non sono altro che residenti che hanno deciso di vivere il proprio quartiere e questo non può far che bene a una zona dove il degrado ed il malaffare stanno prendendo il sopravvento».