«Ho fatto un volo di otto metri: potevo morire, ora statemi vicino»

Il pompiere sbalzato dal camion: «Mi devo pagare anche il busto»

Un mezzo dei vigili del fuoco

Un mezzo dei vigili del fuoco

Modena, 3 dicembre 2016 - Nella  sfortuna ho avuto fortuna perché oggi sono qui a raccontarlo; con un volo del genere avrei potuto morire e ho rischiato di essere travolto da altre auto. Il dolore è insopportabile adesso e mi pare assurdo aver dovuto pure anticipare i 300 euro per mettermi il busto». E’ amareggiato il pompiere 38enne che mercoledì sera è stato sbalzato dal mezzo di servizio dopo che la portiera – pare danneggiata da tempo – si è aperta all’improvviso. Ed ora sui tagli alla sicurezza esplode la polemica.

Come si sente?

«Da quando sono stato dimesso, giovedì mattina, avverto dolori molto forti ma è normale; mi hanno diagnosticato una frattura alla vertebra lombare e la prognosi è di 45 giorni. Il problema è che se tra tre mesi non si sarà calcificata sarò obbligato a sottopormi ad un intervento chirurgico. Insomma, è una cosa lunga».

Cosa ricorda di mercoledì sera, quando è finito fuori dall’abitacolo?

«Ricordo che mi ero messo il casco e avevo appena slacciato la cintura per indossare i dispositivi di sicurezza, ovvero l’autoprotettore, come prevede il regolamento. Stavamo andando su un incendio infatti. All’improvviso si è spalancata la portiera ed io mi sono trovato sull’erba della rotatoria, con dolori fortissimi alla zona lombare. Ho visto il vuoto davanti, ho avuto timore ma è come se avessi perso conoscenza per qualche secondo. Non ricordo infatti se ho rotolato sull’asfalto ma il camion era distante da me almeno otto metri, quindi il volo è stato lungo».

Poi cos’è successo?

«I colleghi mi sono corsi incontro e mi hanno tenuto fermo, perché non sapevamo la gravità delle lesioni. Poco dopo è arrivata l’ambulanza e i sanitari del 118 mi hanno messo la ‘barella spinale’ e caricato sul mezzo. Poi sono stato trasportato a Baggiovara dove mi hanno sottoposto agli accertamenti. I dolori erano fortissimi».

Erano capitati episodi simili prima?

«Fortunatamente è la prima volta che succede una cosa simile e spero sia anche l’ultima. Perché ho rischiato obiettivamente la vita; fosse passata un’auto in quel momento non ne sarei uscito vivo e ho rischiato di finire sotto le ruote del camion».

Cosa pensa di muoversi a seguito dell’infortunio?

«Ancora non lo so, spero solo che mi stiano vicino e che assumano provvedimenti seri, affinchè non capiti più. Per il momento la mia priorità è rimettermi in piedi».

Sapeva che il mezzo aveva problemi?

«Beh lo sapevamo tutti perché li avevamo segnalati anni fa e, dopo alcune riparazioni, anche pochi mesi fa essendo la portiera legata con fascette in ferro. Certo non potevo immaginare che si sarebbe aperta all’improvviso e che sarei stato risucchiato all’esterno. Non ho avuto il tempo di rendermi conto di quello che stava capitando, quindi non ho pensato ad aggrapparmi. Almeno lo posso raccontare. E’ già qualcosa».

E’ arrabbiato?

«Preoccupato per la situazione in cui siamo costretti a lavorare, non solo io ma tutti i colleghi. Deluso per il fatto che non mi è stato dato gratuitamente neppure il busto, nonostante sia rimasto gravemente ferito in servizio. Per poterlo ottenere ho pagato 300 euro che poi un giorno, forse, mi rimborseranno».