Da imprenditrice a escort: "Quanti rischi, accetto solo clienti fidati"

Alessia si racconta: «Così mi tutelo»

La escort modenese:  «Accetto solo clienti fidati»

La escort modenese: «Accetto solo clienti fidati»

Modena, 8 agosto 2016 - È una scelta di vita. A volte obbligata, a volte un pò meno. Il problema, spesso, è che colui che si presenta alla porta non ha nome, ma un passato sconosciuto si. E allora succede come a Barbara Fontana, la bolognese di 47 anni uccisa con trenta coltellate da Claudio Villani, omicida seriale. La posta in gioco, in questo caso, è stata la vita. Capita molto più spesso di quanto si possa immaginare che la donna che ci troviamo dinanzi abbia una doppia vita. Casalinga o impiegata di giorno, escort la notte. Un ‘salto nel buio’ divenuto frequente anche tra donne non più giovanissime. Come Alessia, cinquant’anni passati, modenese da generazioni ed ex imprenditrice.

Alessia, ritiene che questo tipo di attività ‘nell’ombra’ rappresenti un pericolo per chi la intraprende?

«Lo può diventare se non si sa con chi si ha a che fare; voglio dire, io i miei clienti li conosco tutti e sono fidati. So che non ho nulla da temere».

Quindi in casa sua entrano solo ‘uomini noti’?

«E’ così, ho un giro fisso da tempo. Non accetto stranieri in primis e non apro la porta a persone che non ho mai visto prima, a meno che non siano state mandate da altre persone di fiducia. Questo ‘sistema’ mi tutela e risulta molto meno rischioso rispetto agli appuntamenti online».

Però lei sul sito ha messo il cellulare insieme all’annuncio.

«Perché è da lì che mi contattano, ma quando mi rendo conto che la voce è ‘nuova’ o non è ‘raccomandata’ fingo di essere partita».

In che senso?

«Ma sì, dico che sono assente perché mi trovo a Milano, oppure al mare o in montagna. Sono sincera, non accetto uomini che non sappiano parlare perfettamente il dialetto come lo parlo io».

Da quanto tempo fa la escort?

«Oramai ho superato i due anni di ‘carriera’».

E come mai ha scelto di imbattersi in un’attività di questo tipo?

«Bè, la mia storia è simile a quella di tante altre donne. Ho iniziato per motivi economici; lavoravo per una multinazionale, ero sempre in viaggio. Guadagnavo bene e stavo bene poi, all’improvviso, ho perso il lavoro e ho dovuto reinventarmi».

E’ stato coraggioso da parte sua. Non deve essere stato semplice

«Il coraggio alle donne del nord non manca mai – sorride – e poi ho avuto una cara amica che mi ha iniziato e non mi sono sentita mai sola».

Ed ora come sta andando?

«Sinceramente è solo un modo diverso di vivere; i miei clienti sono pochi e intimi. Con loro posso parlare, infatti mi prendo sempre un’ora per fare capire loro che li capisco, che li ascolto. Perché di questo hanno bisogno; spesso vengono qui solo per stare in compagnia e per sfogarsi; per parlare delle loro problematiche, per trovare una spalla».

Qual è il cliente ‘tipo’?

«Un misto; sono tutte persone che lavorano, sono tranquille. Nella maggior parte dei casi hanno una famiglia che le aspetta a casa. Ma c’ è anche chi si è separato da poco, chi ha perso la moglie, chi ha bisogno di un’amica. Con me si chiacchiera e si scherza. Io li ascolto e loro sono felici».