Modena, 10 dicembre 2012 - «AVEVAMO sciato tutta la mattina. Poi, nel pomeriggio, abbiamo deciso di fare un fuoripista ma non pensavamo potesse succedere una cosa simile. Noi tre abbiamo optato per lo snowboard, Simone per gli sci. Avevamo affittato l’attrezzatura. A un certo punto, mentre ci trovavamo a qualche metro l’uno dall’altro, siamo stati travolti dalla valanga. Noi siamo riusciti a cavarcerla, a stare a ‘galla’ sulla neve in qualche modo, ma poi ci siamo accorti che lui era rimasto sotto».

E’ IL drammatico racconto che i tre amici di Simone Caselli, il 39enne di Fiorano Modenese morto il giorno dell’Immacolata travolto da una valanga a Sauze D’Oulx in Val Susa, nel Torinese, hanno reso alla polizia di Bardonecchia: sono stati denunciati per valanga colposa. I tre ragazzi, più giovani di qualche anno rispetto alla vittima, sono disperati per la morte del loro amico e collega: lavorano tutti quanti alla Ferrari di Maranello. Caselli, in particolare, era collaudatore del settore Gran Turismo e abitava con la compagna a Fiorano, dove c’è il circuito prove, in via Crispi.

LE PAROLE e le fotografie che Simone aveva pubblicato sul suo profilo Facebook poche ore prima della morte oggi pesano come un macigno: «Tanta fresca, cambio sci», scriveva. E ancora: «Oggi ci dedichiamo al fuoripista». A Simone piaceva condividere le proprie esperienze su internet: sul suo diario virtuale ci sono tante foto, soprattutto di viaggi e paesaggi innevati. Ora il suo corpo è all’obitorio dell’ospedale di Susa e ieri mattina il padre ha ottenuto dal magistrato il permesso di vederlo. Dal Modenese, infatti, per il ‘ponte’ dell’Immacolata era partito un nutrito gruppo di persone alla volta della cosiddetta Vialattea, una delle zone più rinomate delle nostre Alpi. Sabato Caselli e i suoi tre amici si sono però avventurati fuoripista in una zona in cui, sebbene non sia vietato, ci sono cartelli che lo sconsigliano: già in passato proprio lì c’erano state altre vittime.

IN QUEL PUNTO — spiegano i soccorritori — il pendio è molto ripido e carico di neve instabile trasportata dal vento. Si tratta di neve non ancorata e quindi pericolosa. Proprio lì dove Simone è stato travolto, c’è un avvallamento da dove si staccano valanghe. Sarebbe stato il gruppo, tagliando il pendio, a muovere la slavina del fronte di 80 metri dal monte Fraiteve che ha preso Simone in pieno travolgendo anche due degli amici e sfiorando il quarto. «Sciavamo tutti verso valle sulla stessa linea, uno accanto all’altro e Simone era all’estrema sinistra», hanno detto gli amici alla polizia. I quasi due metri di neve cadutagli addosso con una potenza devastante lo hanno schiacciato: sarebbe infatti morto sul colpo per i traumi riportati e non per soffocamento. Due dei ragazzi che erano con lui sono riusciti a rimanere con la testa fuori dalla neve, sono rotolati per metri ma alla fine ne sono usciti vivi: il bilancio, secondo la polizia, poteva essere ancora più pesante. Nessuno, inoltre, aveva con sè l’attrezzatura per cercare corpi sotto la neve. I soccorsi, comunque, sono stati immediati e dopo oltre quattro ore di ricerche i cani hanno fiutato il corpo senza vita di Simone. E’ stata la polizia a portare la tragica notizia al papà, che si trovava in albergo: l’uomo ha avuto un malore. Cordoglio alla Ferrari: «Un collega disponibile che mancherà a tutti».

Valentina Beltrame e Gianpaolo Annese