Modena, 3 novembre 2013 - Narrare il gusto, con gusto. È questa la chiave di lettura che Oscar Farinetti usa per spalancare le porte dell’agroalimentare al pubblico del Forum Monzani, che oggi alle 17 lo ospiterà nell’ambito della rassegna (gratuita) Forum Eventi. ‘Storie di coraggio. Dodici incontri con i grandi italiani del vino’ è il nome del suo libro, edito da Mondadori. Ed è proprio ‘coraggio’ la parola chiave non solo del libro, ma della vita di Farinetti — che ha creato da zero il marchio ‘Eataly’, negozi e ristoranti di prodotti i taliani di qualità sparsi in tutto il mondo—, e anche dell’appuntamento di oggi. Sul palco con lui a presentare il libro due uomini che non si possono non definire coraggiosi, ognuno nel suo ambito: la star politca del momento Matteo Renzi e lo chef stellato Massimo Bottura.

Farinetti, due parole per descrivere il suo libro.
"Coraggio e vino. Il coraggio perché è un valore in estinzione: oggi si preferiscono il cinismo, l’egoismo e si allontanano le responsabilità. Il vino perché racconta sempre una storia bellissima, che parte dalla terra e arriva ai più alti piani del management".

Di tutti i prodotti enogastronomici che abbiamo, perché ha scelto di raccontare proprio il vino?
"Perché è uno dei prodotti più esportati e apprezzati dell’Italia nel mondo. Sa quanti contadini arrivano in America con un buon vino e diventano degli dei?".

Anche la sua storia, quella del marchio Eataly, è una storia di coraggio...
"Tutta la mia vita è stata contrassegnata dal coraggio: a partire da mio padre, che era un partigiano e si è battutto per cambiare le cose. Io, purtroppo o per fortuna, non ho dovuto combattere una guerra, ma ho creato solo quest’anno 1500 posti di lavoro: di questi tempi, la considero la mia ‘piccola’ rivoluzione".

Qual è il segreto del successo di Eataly?
"Beh, ci diamo dentro".

Se dovesse dare un consiglio perché un’impresa funzioni?
"Deve essere semplice: in tre parole chiunque deve capire di cosa si tratta".

Lei ha portato il suo marchio fuori dall’Italia, ma ha deciso di investire anche nel nostro paese. Una scelta difficile?
"Dal punto di vista burocratico sì, l’Italia è tremendamente complicata rispetto all’estero. Ma è il mio paese, e non ho nessuna intenzione di abbandonarlo. Anzi, a breve inaugurerò uno spazio a Firenze...".

Sul palco con lei ci sono due maestri di coraggio, per restare in tema: Renzi e Bottura.
"Due fuoriclasse per presentare un contadino".

È modesto...
"Ma no, io alla fine sono soltanto un contadinaccio, a cui piace stare a guardare l’uva mentre cresce nei vigneti...".

Chiara Mastria