A Santu Mofokeng l'Oscar della fotografia

L'autore sudafricano vince il premio internazionale di Fondazione e Sky Arte. Ad Alessio Zemoz il premio under 40. Aperte le mostre al Foro Boario Le foto di Mofokeng e Zemoz

“Comrade-Sister, White City Jabavu” (c.1985), (Courtesy of images Lunetta Bartz, MAKER, Jo

“Comrade-Sister, White City Jabavu” (c.1985), (Courtesy of images Lunetta Bartz, MAKER, Jo

Modena, 6 marzo 2016. E' Santu Mofokeng, autore sudafricano di 60 anni, il vincitore della prima edizione del Premio internazionale per la fotografia (FOTO), praticamente un Oscar per l'arte dell'obiettivo, promosso da Fondazione Fotografia di Modena e Sky Arte Hd, in partnership con Unicredit.

Alessio Zemoz, 31enne di Aosta, si è aggiudicato invece il Premio Fotografia Italiana under 40, con il suo progetto “Lo vàco – Il vuoto”. A Mofokeng va un premio di 70mila euro, a Zemoz di 15mila: stamattina al Foro Boario di Modena, in contemporanea all'annuncio ufficiale che ha 'svelato' i nomi dei vincitori, si sono inaugurate due loro mostre personali.

 

Presenti alla 'vernice' Filippo Maggia, direttore di Fondazione Fotografia, Roberto Pisoni, head di Sky Arte Hd, Carla Mainoldi, responsabile Group giving, events & arts management di Unicredit, con il nuovo presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Modena Paolo Cavicchioli, il suo predecessore Andrea Landi e il vicesindaco e assessore comunale alla cultura Gianpietro Cavazza.

 

Santu Mofokeng è stato scelto da una giuria internazionale all'interno di una rosa di sei finalisti che comprendeva Claudia Andujar (Svizzera), Rineke Dijkstra (Paesi Bassi), Jim Goldberg (Stati Uniti), Yasumasa Morimura (Giappone) e Zanele Muholi (Sudafrica).

La giuria, presieduta da Filippo Maggia, era composta da eminenti curatori e direttori di musei: Christine Frisinghelli (fondatrice Camera Austria), Shinji Kohmoto (fondatore Parasophia Festival Kyoto), Simon Njami (scrittore e critici, cofondatore di Revue Noir) e Thyago Nogueira (capo dipartimento di Fotografia Instituto Moreira Salles, Brasile). “Da parte di tutta la giuria - viene spiegato nelle motivazioni - è stata avvertita la grande responsabilità di individuare un vincitore che non solo corrispondesse al tema indicato per quest'edizione, l’Identità,ma desse anche un segnale di ciò che il Premio Internazionale per la Fotografia vuole diventare negli anni: non un riconoscimento celebrativo fra tanti, né tantomeno un premio alla carriera, ma un esempio di qualità”.

 

Santu Mofokeng non ha potuto intervenire, per gravi problemi di salute che non gli hanno permesso di lasciare il Sudafrica. Il suo profilo biografico e artistico è stato tratteggiato dunque da Simon Njami. Già dalla fine degli anni '70, Mofokeng ha percorso le strade del suo Sudafrica, ha 'visto' e conosciuto villaggi, persone, luoghi intrisi di storia e di spiritualità.

Nel Sudafrica dilaniato dall'apartheid, “la fotografia, allora, era impegno politico e intellettuale, era collera, era rivolta. Ma restava, malgrado tutto, una forma di scrittura. Ed è così che Mofokeng l'ha praticata – sottolinea Simon Njami –. Non alla maniera dei freedom fighters del suo Paese che denunciavano iniquità, ma come testimone privilegiato di una storia fino allora taciuta”.

 

Alessio Zemoz è stato invece scelto dalla stessa giuria, all'interno di una rosa di dieci finalisti, che comprendeva Gianni Ferrero Merlino, Eva Frapiccini, Marco Lachi, Tiziano Rossano Mainieri, Angelo Marinelli, Egle Picozzi, Alberto Sinigaglia, Luca Spano, Lorenzo Tugnoli.Il suo progetto (proposto in una mostra curata da Christine Frisinguelli) è un'indagine sulla percezione sociale dei paesaggi dell’abbandono in Valle d’Aosta. Le foto di paesaggi vengono affiancate a immagini tratte da album di famiglia.

“Tra documentazione, produzione artistica nell’ambito della fotografia contemporanea e ricerca scientifica di matrice antropologica, il lavoro di Zemoz restituisce uno spaccato dell’identità del suo territorio d’origine, evidenziando la relazione inscindibile tra luoghi e persone che caratterizza i territori alpini della regione”, scrive la commissione giudicatrice.

 

Tutte le fasi del premio sono state seguite dalle telecamere di Sky Arte Hd che trasmetterà uno speciale in tre puntate, lunedì 7, 14 e 21 marzo alle 20.45. Al Foro Boario si è aperta stamattina anche una terza mostra dedicata agli inediti scatti a colori del fotografo giapponese Daido Moriyama. Le varie esposizioni si potranno visitare fino all'8 maggio, dal mercoledì alla domenica: il biglietto costa 5 euro, ma tutti i mercoledì l'ingresso sarà gratuito. Info, www.fondazionefotografia.org