Modena, 24 settembre 2010. Il centro storico di Modena è da tempo in sofferenza, nella zona sud tra la via Emilia e i viali, Rimembranze, Martiri e Vittorio Veneto, sono 100 i locali sfitti o in vendita. Per rilanciare il commercio, Confesercenti Modena allunga l’occhio alla vicina Bologna.

L’associazione di categoria suggerisce in particolare di rivitalizzare lo spazio vuoto ed i locali inutilizzati riconvertendoli in esercizi commerciali, qualificare a livello urbanistico le zone più in “ombra” portando le auto fuori dal centro storico e pedonalizzando, vietare la conversione dei negozi in garage o magazzini, dare la possibilità di aprire esercizi anche ai piani superiori dei palazzi, per arrivare ad aggregati polifunzionali come all’ex cinema Ambasciatori di Bologna, ed aprire le corti interne dei palazzi favorendo l’insediamento di attività commerciali sul modello di Corte Isolani, sempre a Bologna.

Questi i risultati principali della ricerca ‘Modena - Centro storico la funzione commerciale nel quadrante sud’, studio commissionato da Confesercenti Modena e condotto dal Laboratorio Urb&Com del Politecnico di Milano in collaborazione l’urbanista modenese Ezio Righi.

Confesercenti chiede di pensare ad un progetto unitario per la riqualificazione di Piazza XX settembre, e prevedere la sistemazione di piazzetta dei Servi per agevolare ulteriormente passaggio delle persone. Per l’associazione si dovrebbe promuovere inoltre una politica di acquisizione, gestione e rilancio degli spazi commerciali oggi dismessi, e per la trasformazione futura dei grandi contenitori attualmente in proprieta’ degli istituti di credito. 

Il consiglio è anche quello di rivedere il piano di sosta su via dei Servi, prevedendo la progressiva eliminazione dei parcheggi su via Gallucci e via Scarpa, per rilanciare l’intero asse commerciale delle vie Adelarda, Ruggera, Scarpa e Gallucci. Stessa operazione andrebbe fatta su via dell’Università e via Castellaro, con l’obiettivo di favorire la continuità del fronte commerciale. Per Confesercenti sarebbe inoltre auspicabile inserire all’interno dei grandi spazi di San Paolo e San Geminiano una nuova polarità non legata esclusivamente all’Università, ma attrattiva per la città intera.

Dall’analisi è emersa la mancanza di attivita’ in grado di garantire vivacita’ all’interno del sistema d’offerta commerciale. Si deve quindi pensare ai grandi vuoti urbani come spazi polifunzionali da utilizzare sia come contenitori di eventi che come sedi anche di mercati rionali dedicati al commercio ambulante.

Confesercenti suggerisce anche la ridefinizione del piazzale San Francesco d’Assisi, con un allargamento dello spazio pedonale ed una migliore gestione della parte dedicata al transito delle autovetture. Deve invece esserci una progressiva eliminazione della sosta veicolare sulle vie Badia, Malatesta e Carteria, per allacciare questa zona con la via Emilia e quella più centrale.

Auspicabile anche l’eliminazione della sosta su piazzale degli Erri e l’apertura di un ulteriore collegamento tra l’asse forte della via Emilia e via Sant’Eufemia in corrispondenza della Facoltà di Lettere.

La proposta vede l’apertura delle corti interne a Palazzo Solmi favorendo l’inserimento di attività commerciali al piano terra sul modello di Corte Isolani a Bologna. Possibilità di trasformazione di corti interne anche nei grandi contenitori localizzati su via Adelarda e in particolare del complesso Santa Chiara e palazzo Castelvetro.

“Tra gli interventi indispensabili, sarà opportuno individuare con il regolamento urbanistico edilizio (Rue) gli itinerari e i poli di rilevanza strategica per la qualificazione della funzione commerciale, indicare gli edifici designati ad accogliere progetti di sviluppo commerciale, con priorita’ per quelli inutilizzati, estendere anche ai piani superiori di tali edifici la possibilità di insediamento di funzioni commerciali- spiega ancora Confesercenti- superare l’obbligo per negozi, botteghe e pubblici esercizi al piano terra di assicurare la dotazione di parcheggi o autorimesse, vietare nelle unita’ immobiliari poste sempre al piano terra, la conversione ad uso autorimessa, e generalmente a funzioni diverse dal commercio, abrogare la regola vigente nel centro storico, che consente di trasformare in magazzini o depositi i locali ora destinati a negozi”