«Comune di Finale, il tecnico favorì l’associazione criminale»

Si aggrava l’accusa all’ex responsabile dei lavori pubblici Giulio Gerrini: «Sapeva dei rapporti tra Bianchini e il boss»

L’ex municipio di Finale in piazza Verdi

L’ex municipio di Finale in piazza Verdi

Finale (Modena), 9 ottobre 2015 - Secondo i magistrati Giulio Gerrini, l’ex responsabile dei lavori pubblici a Finale Emilia, a un certo punto avrebbe capito che l’imprenditore Augusto Bianchini poteva avere rapporti con associazioni criminali.

Un’ipotesi che aggrava la posizione del tecnico comunale già accusato di abuso d’ufficio nella maxi inchiesta Aemilia per cui è stato arrestato a gennaio assieme al titolare della Bianchini costruzioni.

Nell’avviso di chiusura indagini a carico di Gerrini il pm ha aggiunto all’accusa di abuso d’ufficio quella di aver favorito l’associazione criminale.

Accusa di cui Gerrini dovrà rispondere in tribunale nell’udienza preliminare che inizierà il prossimo 28 ottobre a Bologna con 219 imputati.

Secondo i magistrati della dda di Bologna, Marco Mescolini ed Enrico Cieri, la posizione di Gerrini si aggrava. Nel corso dei presunti favoritismi alla Bianchini costruzioni - a cui Gerrini avrebbe affidato appalti in via preferenziale escludendo altri concorrenti - emergono elementi nuovi secondo cui il tecnico sarebbe stato consapevole dei rapporti tra Bianchini e Michele Bolognino, ritenuto uno dei boss della cosca Grande Aracri.

Forse Gerrini non l’aveva capito subito ma a un certo punto si sarebbe reso conto che l’imprenditore della Bassa aveva rapporti con organizzazioni appartenenti alla ndrangheta. E avrebbe comunque continuato ad assegnare appalti della ricostruzione post-sisma a Bianchini: in tutto tre, due con affidamento diretto e uno con gara pubblica.

L’aggravante è un altro macigno sul comune di Finale Emilia che aspetta con ansia la decisione della Prefettura e del ministero dell’Interno sull’eventuale scioglimento del Comune.

A giorni infatti la Prefettura, esaminata la relazione dei tre ‘commissari’ (appartenenti alla forze dell’ordine) che per tre mesi hanno scandagliato i documenti dell’amministrazione relativi agli appalti, dovrà decidere se mantenere l’attuale giunta oppure segnalare al ministero dell’Interno il rischio di infiltrazioni e condizionamenti mafiosi.

Da indiscrezioni è trapelato il sospetto dei commissari - il viceprefetto vicario di Ravenna, Antonio Giannelli, il maggiore dei carabinieri già in servizio a Modena Carmelo Rustico e il tenente colonnello delle Fiamme Gialle Giuseppe Micelli - che il meccanismo di presunti favoritismi messo in piedi da Gerrini per assegnare gli appalti a Bianchini sia stato agevolato da uno scarso controllo sull’attività amministrativa.

Gli inquirenti hanno calcolato che Gerrini avrebbe percepito oltre 112 mila euro nel 2012 e 2013 come incentivo - il 2% - per tutti i lavori appaltati a Bianchini, come prevede la legge.