I due fratelli trovati morti lasciano tutto alla Chiesa

Il testamento di Giulio e Paolo trovato di fianco al corpo dei due defunti

I cadaveri vengono portati via dall'abitazione di Rua Muro

I cadaveri vengono portati via dall'abitazione di Rua Muro

Modena, 26 maggio 2015 - La grande eredità di Paolo e Giulio Delfini è destinata alla Curia di Modena. Lo ha messo nero su bianco Giulio, prima di togliersi la vita accanto al fratello Paolo, morto a causa di un arresto cardiocicolatorio. Quindi i tanti beni dei due medici potrebbero andare alla chiesa cattolica alla quale, a questo punto, dovrebbero essere cedute anche le quote societarie di Villa Igea ma anche di altre case di cura. Infatti Giulio Delfini era amministratore oramai emerito nel Cda della clinica di via Stradella e deteneva il 30 per cento delle quote. Proprio per questo è previsto un incontro, nei prossimi giorni, tra i diversi amministratori per capire ora come ‘gestire la situazione’.

A confermare la presenza di un atto manoscritto, trovato accanto ai cadaveri dei due fratelli, è il procuratore Lucia Musti. «La Procura della Repubblica, a seguito della morte e del suicidio di Paolo Delfini, 75 anni e Giulio Delfini, 74, ha aperto un fascicolo per fatti non costituenti reato. (Modello 45). Le salme – spiega ancora la Musti – sono state messe a disposizione del magistrato, dottor Niccolini, il quale ha disposto l’esame esterno dei cadaveri per accertare le esatte cause della morte. Le salme saranno quindi restituite ai prossimi congiunti. Nel corso del sopralluogo nell’abitazione – conferma il procuratore – è stato rinvenuto un atto manoscritto da parte di Giulio Delfini, assimilabile ad un testamento olografo, in quanto contiene la manfestazione di volontà di lasciare i propri beni alla chiesa cattolica».

Gli esami esterni sulle salme sono stati effettuati ieri in medicina legale. Contemporaneamente in città sono arrivati i cugini dei due fratelli, gli unici parenti ancora in vita dal momento che Giulio e Paolo Delfini non hanno avuto figli e non si sono mai sposati. Pare che i cugini non siano giunti in città al solo scopo di organizzare i funerali. Sembrerebbe infatti che gli stessi, insieme ai propri legali, abbiano incontrato le forze dell’ordine proprio per capire le volontà ultime dei due anziani. Non si esclude a questo punto che i parenti decidano di impugnare le ‘volontà’ dei due fratelli ma quella dell’eredità è una questione delicatissima che si è appena aperta. La successione, ovviamente, deve andare a buon fine e non è detto neppure che il cda di Villa Igea elegga un nuovo membro. La Curia, nel caso, avrebbe solo le quote di minoranza e non un ruolo amministrativo.

Quel che è certo è che il patrimonio dei due fratelli è immenso; tra immobili e quote di altre strutture mediche. Le salme dei due medici saranno tumulate nella cappella di famiglia, a San Cataldo. Ricordiamo che i corpi senza vita di Giulio e Paolo Delfini sono state rinvenute dai pompieri lunedì, dopo che la collaboratrice domestica ha dato l’allarme, non ricevendo risposta dagli anziani medici. Secondo gli accertamenti svolti dalla polizia, non vi sarebbero dubbi sulla dinamica dell’accaduto. Giulio si sarebbe sparato dopo aver trovato il fratello senza vita, stroncato da un infarto. Paolo e Giulio erano molto riservati – secondo vicini e conoscenti – il loro era un rapporto quasi ‘esclusivo’, non prevedeva contatti o quasi col resto del mondo, a parte quello lavorativo. Ecco perchè non hanno accettato di vivere uno senza l’altro.