Furti nelle chiese, diocesi in allerta: "Tutti gli oggetti sacri sono schedati"

L’ufficio beni culturali: "I carabinieri controllano mercati e botteghe" di Valentina Beltrame

La chiesa di San Faustino (foto Fiocchi)

La chiesa di San Faustino (foto Fiocchi)

Modena, 31 luglio 2014 - La diocesi di Modena è in allerta per i recenti furti che, nelle ultime settimane, hanno colpito diverse chiese del Modenese. Da alcune parrocchie sono infatti spariti oggetti sacri e ora che gli episodi cominciano a essere numerosi, la Curia mantiene alta l’attenzione sul fenomeno anche in collaborazione con i carabinieri di Modena e del nucleo patrimonio culturale di Bologna. Nel mirino, ricordiamo, sono finite le chiese di Costrignano di Palagano e Cassano di Polinago: sono spariti calici, candelabri, piccole statue e altri oggetti, comprese alcune reliquie di Santa Margherita. I ladri hanno fatto visita anche al Santuario e alla chiesa parrocchiale di Spezzano, oltre che alla chiesa del Conventino a Formigine, da dove è sparita la coroncina in altorilievo della Madonna Immacolata. Nella parrocchiale di Formigine è stata portata via la statua della Madonna del Carmelo. Infine a Modena un furto si è verificato nella chiesa di San Faustino: anche qui sono state portate via le corone alla statuta della Madonna e del bambino Gesù.

Se le opere hanno valore religioso e affettivo per sacerdoti e fedeli, sul piano economico sono poco remunerative, ma forse i ladri non lo sanno. I carabinieri escludono che gli oggetti sacri siano usati per messe nere, ma ipotizzano che siano destinati ai mercatini dell’antiquariato. «In effetti — spiega Simona Roversi dell’ufficio beni culturali della diocesi modenese — gli oggetti rubati hanno uno scarso valore economico; la perdita semmai coinvolge l’aspetto affettivo, devozionale e di culto per le comunità colpite». Per esempio, l’argento delle corone asportate è in lega e il valore è irrisorio, così come le ‘gemme’ incastonate sono semplici pezzi di vetro.

«Gli oggetti conservati nelle chiese — aggiunge Roversi — sono per la maggior parte schedati e fotografati grazie a una campagna di catalogazione iniziata negli anni ’70 dalla Soprintendenza e proseguita in modo più meticoloso negli ultimi quindici anni dall’ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici. Questa schedatura ha permesso, negli anni scorsi, il recupero di suppellettili rubate in chiese modenesi e finite sul mercato antiquario. I furti di opere d’arte sono denunciati non solo ai carabinieri competenti per territorio ma anche al nucleo per la tutela del patrimonio artistico con i quali l’ufficio diocesano collabora da tempo e che compiono continue verifiche nei mercati, nei negozi e anche su internet». I carabinieri sono riusciti a recuperare in alcuni mercatini, anche del Modenese, oggetti trafugati nelle chiese. Anche i siti on-line sono passati al setaccio dall’Arma. In questi giorni più che mai, le chiese del territorio sono presidiate dalle forze dell’ordine. Ma si tratta di 245 edifici in tutta la diocesi: alcuni sono dotati di allarme, i più importanti anche di telecamere, che hanno già ripreso i ladri in azione.

Valentina Beltrame