Store alla moda assediati dalle taccheggiatrici minorenni

Una commessa: "Sono abili e imprendibili"

In aumento i casi di furti all’interno di noti store della moda

In aumento i casi di furti all’interno di noti store della moda

Modena, 9 febbraio 2016 - Non sono zingare o ragazze problematiche. Non sono disperate con le tasche vuote alla ricerca di un maglione o di una giacca per ripararsi dal freddo. Sono minorenni di 14-15 anni, spesso di buona famiglia, che non avrebbero nessun problema a fare la fila alla cassa per pagare. Ma a volte infrangere la legge diventa un gioco adrenalinico capace di annullare la paura delle possibili conseguenze. E così sotto la Ghirlandina il fenomeno delle taccheggiatrici ‘bambine’ sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. La strategia, ben oliata, colpisce soprattutto nei weekend, quando i negozi di abbigliamento vengono presi letteralmente d’assalto dalle teenager. Attività preferite quelle che propongono abbigliamento low-cost, in linea con le tendenze del momento. Pimkie, H&M, Zara, Sisley, Mango, brand che ‘dettano legge’ in centro storico e che, puntuali, all’ora di chiusura trovano i camerini invasi da antitaccheggio e confezioni aperte.

«Va sempre peggio e non c’entra la crisi – racconta la commessa di un noto store –. Tante ragazze vengono a fare acquisti già con l’intento di rubare e sorprenderle con le mani nel sacco è quasi impossibile, ormai sono organizzatissime e abilissime a monitorare la situazione e a colpire in pochi minuti». L’ultimo caso riportato dalle cronache risale ad un paio di settimane fa, quando tre studentesse modenesi in trasferta a Reggio Emilia sono state sorprese dai carabinieri a sottrarre jeggings, t-shirt e camicette all’ultimo grido. Mentre una ragazza stazionava all’esterno dei camerini le amiche all’interno provavano i vestiti, staccavano l’antitaccheggio riempendo le borse con i capi all’ultima moda. Decine e decine, invece, gli episodi che non sfociano in denuncia, grazie anche al provvidenziale aiuto di mamma o papà. «Se si tratta di bigiotteria o soltanto di una maglietta - spiega la commessa - le facciamo chiamare a casa per evitare l’intervento delle forze dell’ordine. Pochi minuti dopo arriva a testa bassa uno dei genitori per saldare e tutto si ferma lì».

Spesso, però, il colpo riesce e si può soltanto prendere atto dell’abilità delle giovani ‘lupin’. «C’è una guardia sempre in servizio, ma controllare tutti, specialmente il sabato pomeriggio, è impossibile. Solitamente le minorenni prendono d’assalto gli espositori di collanine e braccialetti poi insieme ai capi d’abbigliamento scompaiono nei camerini. Solitamente una ragazza fa il palo fuori e l’amica dentro è sostanzialmente libera di fare ciò che vuole; se non la sorprendi in flagrante è poi complicato accorgersi se ha qualcosa addosso o nella borsa. In molti casi – aggiunge sempre la commessa – le giovani pagano un capo e nascondono gli oggetti meno appariscenti. Alla sera quando rimettiamo in ordine troviamo le confezioni degli orecchini infilate addirittura nelle fessure delle pareti». E il sospetto è che per le ladre sia una sorta di gara a chi ruba di più, in quello che ormai è un passatempo a tutti gli effetti. «Una volta - conclude la lavoratrice - ne ho sorpresa una che si infilava in tasca un braccialetto e le ho detto di rimetterlo al suo posto. La sua risposta è stata di ‘farmi i cavoli miei’ e poi, sorridendo, se n’è andata dicendo che lei e una sua amica avevano ‘già rubato tonnellate di bigiotteria in tutti i negozi di via Emilia’».