Banda del bancomat, in manette il secondo complice

Gabriele Ganassi, 35 anni, bolognese è accusato di tentato omicidio, furto aggravato e detenzione di esplosivi per il colpo del 22 marzo scorso

Un'immagine di repertorio

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Modena, 23 luglio 2014 - I carabinieri del Norm della Compagnia di Modena ieri sera hanno dato esecuzione a un decreto di fermo, emesso dalla Procura di Modena, nei confronti di Gabriele Ganassi, 35enne bolognese pregiudicato e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. L’uomo è accusato di tentato omicidio in danno di militari dell'Arma, furto aggravato, detenzione e porto di esplosivi, falso per l'utilizzo di un'auto radiata con targa falsa.

Le indagini che hanno portato alla sua cattura, condotte dai carabinieri di Modena, riguardano l'inseguimento del 22 marzo scorso, quando una banda specializzata in colpi al bancomat fece esplodere lo sportello della 'Banca Monte di Parma' di Rottofreno, nel Piacentino, impossessandosi di 21.000 euro circa. Dopo il colpo, il gruppo fuggì in direzione di Bologna, a bordo di tre auto di grossa cilindrata, radiate e con targhe false: un'Audi S6, una Bmw serie 1 ed una Volkswagen Golf. Il corteo in fuga venne poi intercettato da un posto di blocco predisposto al casello autostradale di Bologna - Borgo Panigale.

Nella circostanza, l'Audi S6 invertì il senso di marcia e percorse l’autostrada contromano e ad altissima velocità, fino al casello di Modena Sud. Qui, sfondata la barriera ed imbattutasi in un altro posto di blocco interforze, il veicolo tentò di investire due dei carabinieri del dispositivo, riuscendo a proseguire la fuga sino alla rotonda di San Donnino. Degli occupanti della macchina solo uno venne bloccato in flagranza di reato - Douglas Borsari, 40enne, bolognese - mentre i rimanenti complici riuscirono a fuggire per le campagne approfittando di una fittissima nebbia.

L'inchiesta ha ora consentito di individuare Ganassi come secondo componente della banda, che i carabinieri hanno rintracciato in una località balneare del Ravennate dove stava trascorrendo le vacanze estive. Alla sua identificazione si è arrivati anche attraverso gli accertamenti del Ris di Parma sulle tracce trovate nell'abitacolo dell'Audi S6. Dopo la notifica dell'atto, il 36enne è stato portato nel carcere di Ravenna. Nella giornata di ieri il Gip, condividendo tutti i capi d'accusa contestati dalla Procura modenese, ha deciso che l'indiziato rimanga in carcere ed emesso apposita ordinanza di custodia cautelare.