Immigrato picchia un monaco a Modena

“Voglio più cibo e altri vestiti”. Aggressione nell’abbazia di San Pietro, il sacerdote finisce all’ospedale

Un'ambulanza (Foto d'archivio)

Un'ambulanza (Foto d'archivio)

Modena, 29 luglio 2016 - Insieme ad altri stranieri, molti dei quali profughi, si è messo in fila per farsi consegnare un pasto caldo. Quando è arrivato davanti ai monaci che distribuivano le pietanze, però, ha preteso una porzione più abbondante e vestiario, pur non essendo nella disponibilità dei religiosi. Dinanzi alla richiesta di fare un passo indietro ed accontentarsi di quanto ricevuto, però, l’extracomunitario, con tutta probabilità magrebino, ha sferrato un violento pugno sul volto del monaco benedettino che gli aveva appena consegnato il pasto, frantumandogli lo zigomo.

Il grave episodio è accaduto nei giorni scorsi dinanzi alla parrocchia di San Pietro. Mercoledì mattina il sacerdote, 45 anni, è stato operato al Policlinico. Un intervento delicato, durato oltre un’ora e mezzo e che ha permesso ai medici di porre rimedio alla frattura scomposta dello zigomo destro riportata dal religioso a seguito dell’aggressione. E, fortunatamente, i frammenti ossei non hanno cagionato ulteriori danni; altrimenti la diagnosi avrebbe potuto essere ben più grave.

Ora il monaco è sotto osservazione in ospedale ma l’episodio ha lasciato sgomento l’intero mondo ecclesiastico modenese. Come sottolineato nei giorni scorsi da Don Gregorio Colosio, ex parroco di San Pietro, la parrocchia, su iniziativa del religioso, da anni e tutti i martedì e giovedì organizza la distribuzione dei pasti - insieme alla Caritas - per i bisognosi. Eppure dinanzi all’aiuto di volontari e monaci impegnati in progetti di sostegno e aiuto ai profughi e, in generale, agli stranieri ma anche alle famiglie modenesi in difficoltà, l’extracomunitario ha reagito sferrando il violento pugno al volto del religioso.

L’uomo si è poi allontanato di corsa, lasciando il monaco sanguinante a terra. Un evento che sicuramente, in un clima di tensione come quello attuale, fa riflettere. Il sacerdote ha preferito, tra l’altro, non sporgere denuncia nei confronti del responsabile che pare essere appunto un giovane di nazionalità magrebina. Essendoci però le telecamere posizionate all’esterno della parrocchia, le immagini sono state consegnate alle forze dell’ordine affinchè si riesca a risalire alla sua identità. Sarebbe bastato un: «Mi dispiace, non posso consegnarti altro», a provocare la violentissima reazione nello straniero che, appunto, si trovava quel pomeriggio in fila insieme a decine di richiedenti asilo, diligentemente in attesa di poter ricevere il primo e forse unico pasto della giornata.

«Il perdono è la nostra arma più forte, la nostra forza», ha dichiarato sulle nostre pagine Don Gregorio, parlando dei recenti attacchi al mondo cristiano e, in particolare, al terribile delitto del parroco sgozzato a Rouen. E proprio la strada del perdono è quella scelta dalla vittima di questa infima aggressione che, pur sdraiata in un letto d’ospedale e dopo quasi due ore di sala operatoria, ha preferito non denunciare il violento straniero ma, piuttosto, pregare affinchè, prima o poi, nel mondo regni solo la pace.