Giovedì 25 Aprile 2024

In aumento la violenza contro le donne: più di 300 segnalazioni in un anno

Esperti e addetti ai lavori al convegno della polizia

La manifestazione

La manifestazione

Modena, 26 novembre 2014 - Oltre 320 donne, quest’anno, si sono rivolte al centro antiviolenza di Modena, mentre più di quattrocento hanno chiesto consulenza legale gratuita, legata a maltrattamenti in famiglia, abusi e separazioni conflittuali. La maggioranza è italiana, con una cultura media ed il range di età va dai 30 ai 50 anni. La violenza più diffusa è quella domestica o che comunque avviene nell’ambito familiare. Inoltre da gennaio a ottobre 2014, la questura di Modena ha ammesso 14 ammonimenti su 29 richieste trattate, di cui nove sono state sospese perché si è arrivati a soluzione, altre tre archiviate su richiesta delle parti. L’ammonimento scatta a seguito di atti persecutori, messi a segno da uno stalker nei confronti della vittima.

Sono questi i dati emersi ieri nel corso dell’evento: ‘La polizia a difesa delle donne’, organizzato dalla questura di Modena nell’ambito della giornata internazionale contro la violenza alle donne e al quale hanno preso parte forze dell’ordine, autorità cittadine e scuole. Durante l’incontro le figure professionali impegnate nella tutela, protezione e sostegno alla vittima, tra cui istituzioni ed associazionismo si sono confrontate sul fenomeno, purtroppo in espansione. Dopo i saluti del Questore, Oreste Capocasa, il dirigente della divisione polizia anticrimine Francesco Triggiani ha spiegato in che modo la polizia interviene ogni qualvolta scatti una denuncia per violenza.

Il procuratore Capo Vito Zincani, invece, ha analizzato il fenomeno nella giurisprudenza, spiegando come ancora la punibilità di tali reati sia legata a confini sottili e come le risposte dell’ordinamento non siano sempre adeguate a garantire una vera protezione della vittima. Dati alla mano, hanno quindi preso la parola Giovanna De Fazio, docente unimore e criminologa, Giovanna Zanolini, presidente di ‘Donne e Giustizia’ e Gabriella Alboresi, presidente ‘Casa delle donne’. Queste ultime hanno spiegato l’importante ruolo delle associazioni, che risultano anzitutto un punto di riferimento per le donne vittime di violenza. Ampia la partecipazione in aula, in particolare delle scuole. Infatti i ragazzi dell’istituto d’arte Venturi e del Galilei di Mirandola hanno presentato due progetti realizzati appunto in occasione della giornata contro la violenza. Anche il provveditore agli studi, Silvia Menabue, ha sottolineato l’importanza della prevenzione e della sensibilizzazione a partire dalle scuole.

Infine la mattinata si è chiusa con due toccanti testimonianze; quella di Eleonora Giovannini, scrittrice e vittima di stalking e Alessandro Olivieri, fratello di Tiziana, uccisa da Ivan Forte a Fontana di Rubiera. Proprio oggi è prevista l’udienza in appello, dopo che l’avvocato difensore di Forte ha presentato ricorso alla sentenza di primo grado, con la quale il giovane è stato condannato a vent’anni di reclusione.

Giovanna Ferrari, mamma di Giulia Galiotto, uccisa per mano del marito a San Michele dei Mucchietti, ha fatto invece pervenire una lettera, nella quale parla di due giovani vite spezzate, quella di sua figlia e quella di Barbara Cuppini, soffocata dall’ex ingegnere Ferrari a Serramazzoni.

Come familiari non ci resta che portare avanti la nostra battaglia – scrive Giovanna – contro una giustizia che punisce noi dell’offesa ricevuta».

Nel pomeriggio, in centro storico, decine di donne, ma anche molti uomini, si sono messi in marcia per dire no alla violenza e hanno silenziosamente percorso la via Emilia, da Porta Bologna a piazza Mazzini. Tutti i partecipanti hanno indossato un accessorio fucsia.