Mercoledì 24 Aprile 2024

Magdi Allam: "Accoglienza eccessiva, Modena a rischio terrorismo"

Il giornalista: "Troppe moschee da controllare"

Magdi Cristiano Allam

Magdi Cristiano Allam

Modena, 24 gennaio 2015 - «A Modena c’è una realtà di immigrazione rilevante, così come c’è una realtà di ‘collusione’ con l’Islam, inteso come pratica di culto e di presenza di moschee». E’ questa l’analisi del giornalista e politico Magdi Allam, in merito al rischio terrorismo nella nostra regione e nella nostra provincia. In sostanza, Magdi Cristiano Allam non esclude a priori il rischio ‘reclutamento’ Isis anche nel nostro territorio, soprattutto dopo che alcuni presunti jihadisti bolognesi sono finiti nella lista nera Usa.

Lo scorso 16 gennaio, lo ricordiamo, il dipartimento del tesoro degli Stati Uniti ha diffuso una lista di 945 nominativi, gruppi o società ritenute operanti e attive economicamente a favore di paesi con presenza di terroristi di matrice islamica. Tra questi anche 16 persone attualmente o in passato residenti in Emilia Romagna, soprattutto a Bologna e Reggio. Nominativi di persone emersi in attività di settore condotte dai Ros tra gli anni novanta ed i primi anni del duemila, buona parte dei quali raggiunta da provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza nazionale. Gli uomini del raggruppamento operativo speciale dell’arma dei carabinieri non escludono il passaggio dei sospetti terroristi anche a Modena dove, ad oggi, non è possibile negarne neppure la presenza. «Nel modenese amministrazioni di sinistra e curia hanno sempre guardato benevolmente a quella realtà, mi riferisco al cattocomunismo, dove si tende a concepire il relativismo religioso come necessità per l’accoglienza – afferma Magdi Allam – e questo piace agli islamici, consente loro di crescere. Il rischio è, come già accaduto, di intervenire quando è tardi, quando c’è un Imam che già si è insediato e predica odio o quando si intercetta il terrorista solo poco prima dell’attentato. Il problema è che questo rappresenta la fase conclusiva di un processo. Per arginare il rischio, l’intera filiera va scardinata dall’inizio. E c’è un altro aspetto che riguarda Modena, quello della crescita demografica. Non dimentichiamoci che in Europa, su 500 milioni di abitanti, solo il 16 per cento ha meno di 30 anni mentre, sull’altra sponda, il numero dei giovani ha una percentuale del 70 per cento. E l’aspetto demografico è cruciale. E’ indubbio che vi sia un’azione di propaganda e proselitismo che cresce sempre di più in parallelo alla diffusione delle moschee. C’è una strategia che deliberatamente mira ad islamizzare».

Secondo il giornalista sono due i punti critici a cui occorre prestare attenzione: il modo in cui cresce l’Islam, con la presenza di sempre più moschee sul territorio, ma anche la fragilità per relativismo valoriale e religioso. Infatti, facendo riferimento alla conversione islamica di tanti giovani italiani (come quella di Fabio Esposti, 39enne di origini modenesi finito nell’elenco del Ministero dell’interno e redatto dai servizi di sicurezza, che accosta una quarantina di italiani ad ambienti vicini alla Jhiad islamica), Magdi Allam parla di ‘crisi d’identità’ alla base della scelta.

«Quello che è rilevante è che il processo che porta anche italiani a convertirsi al terrorismo islamico è innanzitutto la crisi d’identità – afferma lo scrittore – si tratta di giovani che, pur condividendo tutta la ‘dimensione materiale’ occidentale, non condividono quella spirituale, i nostri valori, la nostra spiritualità. Ed è proprio questa crisi d’identità il nostro problema, poiché i ragazzi finiscono per trovare un’alternativa forte, che corrisponde ad una certezza assoluta. Questo è il punto cruciale che deve portarci a considerare la fragilità di un tessuto locale, dove oramai la rete familiare, della comunità, quella delle parrocchie non rappresenta più una certezza. I giovani – conclude il politico – cercano un punto di riferimento che corrisponda ad una certezza e l’Islam questo lo offre, ma con una particolarità che a loro sfugge, ovvero una volta che metti un piede nell’ambiente, non ti è più concesso uscirne».