Morta dopo un malore in classe, la procura indaga sui soccorsi

Il pm di Bologna ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche della 13enne

Giulia Badiali

Giulia Badiali

Pavullo (Modena), 6 febbraio 2015 - Oggi Pavullo si ferma per accompagnare nel suo ultimo viaggio Giorgia Badiali, la studentessa di 13 anni morta lo scorso 27 gennaio all’ospedale Maggiore di Bologna, dopo essere stata colta da un gravissimo malore sui banchi di scuola, alle medie Montecuccoli. Proprio per capire se vi siano o meno responsabilità in merito al decesso della minore, la procura felsinea ha aperto nei giorni scorsi un’inchiesta volta a far luce sul dramma.

Il pm Francesco Caleca ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche, così come l’autopsia sul corpo della piccola, eseguita nei giorni scorsi. Il perito nominato dalla procura ha ora sessanta giorni di tempo per esporre le proprie valutazioni in merito e, parallelamente, saranno svolti accertamenti sulle tempistiche dei soccorsi; con l’acquisizione delle registrazioni e comunicazioni col pronto soccorso e conseguente invio delle ambulanze. Quel che i genitori della bambina, attraverso il legale di fiducia Manfredo Termanini, vogliono capire è se nei soccorsi e nei successivi ‘interventi’ degli operatori vi siano state o meno mancanze. Al momento non sono state formulate accuse nei confronti di medici o sanitari, ma le indagini sono in corso. Pare infatti che il codice iniziale di invio delle ambulanze fosse ‘giallo’ e non ‘rosso’, ovvero emergenza, e che non vi fossero medici a bordo del mezzo di soccorso, ma solo infermieri, abilitati comunque alle manovre di riabilitazione.

Ricordiamo che la mattina della tragedia Giorgia stava seguendo insieme ai compagni la lezione di inglese. Improvvisamente la studentessa è stata colta da un malore, tanto da accasciarsi al suolo, priva di sensi. Le insegnanti e la direzione hanno allertato i soccorsi e sul posto è arrivata l’ambulanza. Vista la criticità della situazione, poco dopo al campovolo è atterrato anche l’elisoccorso. Pare infatti che non vi fosse spazio a sufficienza, nei pressi della scuola, per fare atterrare il velivolo; per questo la ragazzina è stata trasportata in ambulanza fino al campovolo e, successivamente, trasferita al Maggiore in eliambulanza.

I sanitari avevano tentato di rianimare per diverso tempo la 13enne ma le sue condizioni erano apparse da subito drammatiche. Dopo neppure un giorno di ricovero nel reparto di rianimazione, il cuore di Giorgia ha smesso di battere. Secondo la famiglia, la bimba aveva avuto problematiche di ordine cardiologico nei primi anni di vita e, all’età di tre anni, era stata operata con successo tanto che Giorgia, fino alla sua prematura morte, aveva svolto una vita pressochè normale. Da allora, infatti, come precisa anche il legale della famiglia, non aveva accusato particolari sintomi, tanto che aveva ottenuto l’abilitazione sportiva praticando regolarmente pallavolo. Quel giorno i sanitari hanno fatto tutto il possibile per salvarla, con tutte le cautele del caso e seguendo le procedure? Le prime risposte al doloroso quesito si evinceranno dalle risultanze della consulenza tecnica medico legale.