Cambi: "La cocaina mi ha rovinato, spendevo fino a 200mila euro al giorno"

Carpi: il fondatore della Guru, che parteciperà a 'L'Isola dei Famosi', si racconta in un'intervista radiofonica FOTO Con i vip

Matteo Cambi, fondatore della Guru (FotoFiocchi)

Matteo Cambi, fondatore della Guru (FotoFiocchi)

Modena, 5 febbraio 2016 - «La mia storia è una vicenda che mi ha dato tanto e mi ha tolto tanto: ho visto arrestare mia madre in una situazione in cui avrei dovuto pagare solo io». Esordisce così Matteo Cambi (foto), carpigiano fondatore della Guru e finito in carcere per bancarotta fraudolenta, nell’intervista radiofonica in onda questa sera nella trasmissione 'Benvenuti nelle giungla' di Radio 105. Cambi è stato intervistato per presentare il libro autobiografico ‘Margherita di spine’ scritto assieme al giornalista Gabriele Parpiglia.

«La mia vita nasce a Carpi nel settore dell’abbigliamento - racconta Cambi, che parteciperà alla prossima edizione de 'L'isola dei Famosi' - a 18 anni sono andato a fare una scuola di marketing in Inghilterra e quando sono tornato ho aperto Guru». Grazie a una eredità di 500 milioni di lire lasciata dal padre che morì quando Matteo aveva cinque anni, il giovane carpigiano avvia assieme alla madre l’azienda che sforna il brand Guru, l’inconfondibile margherita. «In una azienda di famiglia un’ascesa così rapida non ti permette di consolidare e costruire - ha raccontato Cambi a Radio 105 - l’azienda si è indebitata anche a causa del mio eccesso ma ci sono state anche strategie sbagliate».

Eccesso che Matteo Cambi identifica nella «dipendenza dalla cocaina che mi ha portato a non avere una visione reale su tutto, non distinguevo che l’azienda è una cosa a parte e se sei proprietario non puoi mescolare le due cose». Nel libro si ripercorrono tutti gli eccessi di Cambi, dalla cocaina alle spese folli fino a 200mila euro al giorno. Nel 2006 Guru è già in difficoltà, «io stavo malissimo, non ero lucido per capire che l’azienda stava perdendo, si è creato un vortice da cui non siamo più usciti». La mancanza del padre ha pesato, «mi è mancata una struttura».