Tripsy: i luoghi raccontati dagli abitanti

Una startup ‘made in Modena’ cambia il modo di viaggiare: una app connette turisti e residenti

Modena, i creatori di Tripsy

Modena, i creatori di Tripsy.

Modena, 15 aprile 2015 - Siamo viaggiatori o turisti? La domanda appassiona da anni giornalisti, filosofi, viaggiatori low-cost e turisti impegnati. Una risposta l’hanno pensata i ragazzi di Tripsy, una start up ‘Made in Modena’ che mette in contatto viaggiatori e abitanti. L’obiettivo? Fare esperienze di viaggio davvero uniche. L’idea, di per sè, è semplice quanto brillante: costituire un portale che connette le persone di un dato territorio con chi vuole fare un viaggio ‘non convenzionale’.

Da una parte quindi le persone che conoscono, vivono e amano il proprio territorio, dall’altro chi, mosso dalla voglia di vedere qualcosa di nuovo, si affida a ‘guide’ informali, ovvero i cittadini, vogliosi di condividere e raccontare la propria città.

«Tripsy – racconta Vincenzo, co-fondatore di Tripsy – non vuole diventare un tour operator ma una vera e propria community di persone che hanno voglia di esperienze autentiche, uniche, non standardizzate. L’idea è nata perché i soci fondatori sono amanti del viaggio e, negli anni, siamo arrivati tutti alla stessa conclusione: non è (solo) una foto, un museo, un panorama che ti rimane nel cuore dopo un viaggio… sono soprattutto le esperienze personali e uniche che ti capitano casualmente a fare di quel viaggio specifico un’esperienza indimenticabile. E spesso quest’esperienza unica ha a che fare con l’aver passato del tempo con uno sconosciuto che ti ha fatto scoprire qualcosa di personale e profondo di quel luogo».

Un esempio? A Parma i viaggiatori hanno la possibilità di visitare piccolissime aziende agricole, guidati dalle persone che ci lavorano. Poi seguono un corso di cucina per imparare ad amare quel prodotto unico e speciale che nasce proprio lì, dalle persone che hanno conosciuto. E infine si mangia tutti assieme allo stesso tavolo.