E ora la città si muova

Modena, 22 maggio 2016 - E adessp? Immaginiamo benissimo cosa vorrebbero leggere o sentirsi dire i modenesi, tifosi e non di questi colori, dopo la caduta in serie C. Che è pronta una cordata, animata da grande entusiasmo, di imprenditori del territorio, che sono pronti milioni di euro da investire nel calcio e presto Caliendo e tutta la sua truppa saranno spediti al mittente. Bello no? Sarebbe la migliore medicina per digerire i rospi rimasti in gola nella serata del 20 maggio quando alle 22,27 il Modena ha salutato il calcio che conta, quello che piace tanto a questa città. Tuttavia la realtà è molto diversa dai sogni. Qui al momento c’è Caliendo e basta. Con il suo carrozzone di amici, parenti, con i suoi metodi poco trasparenti nel gestire il club che rappresenta la nostra città. E mettiamoci anche un pizzico di scarsa competenza nel fare funzionare la quotidianità. Quando dice che Crespo lasciava la squadra in ritiro e lui se ne andava a casa, viene da chiedersi dove fosse la società? Non si gestisce in modo così approssimativo un’azienda. Ma sono dettagli. Caliendo è un uomo orgoglioso. Non accetta la sconfitta. Ma non vorremmo che continuasse a giocare la sua partita personale sulla pelle del Modena. Il nodo centrale della vicenda è uno solo: a quanto ammontano i debiti accumulati in queste due sciagurate stagioni sportive?

Caliendo quattro anni fa ha ricevuto da Roberto Casari una società pulita e dovrebbe cederla alle stesse condizioni. Ma non sarà così. Lui è disposto a cedere il pacchetto ma con pesanti oneri annessi. «Solo a gente che vuole fare bene», ha detto, come se ci fossero anche persone che vogliono fare male. Ma senza chiarezza sui conti chi può prendersi in carico un club di serie C con un ‘tot’ di debiti? Forse nessuno. Il nostro è un appello. Chi ha voglia di fare qualcosa per questi colori, è il momento che si materializzi. Modena non può pretendere di avere lo sport di alto livello senza fare nulla. Un ragionamento che non riguarda solo il calcio, ma anche la pallavolo, quella che vince gli scudetti e non rischia il fallimento. Nel 2009 il Modena perse l’occasioni di unire imprenditori importanti. Il Comune si salvò in corner chiamando in aiuto la Cpl. Iniziò il periodo di Ghirlandina che univa diversi industriali, ma poi la convivenza diventò difficile. Nel 2012 la stessa amministrazione avvallò la scelta di Casari di vendere a Caliendo piuttosto che al proprietario del Carpi, Stefano Bonacini. Tutto questo per dire che probabilmente solo il sindaco Muzzarelli, le cui preoccupazioni sono legittime, può favorire una trattativa per cambiare proprietà. C’è bisogno di forzare la mano per conoscere i debiti del Modena. Ignorando questo aspetto si rischia di andare incontro ad una situazione ben peggiore di quella attuale. Simile a Parma? Forse sì. Onestamente oggi non possiamo fidarci dell’orgoglio di un Caliendo che liquida la faccenda dicendo che iscriverà il Modena alla serie C. Non ci fidiamo più delle sole parole.