Anziano morto dopo le botte, la denuncia dei parenti: «È stato un omicidio»

Villa Igea, aperta un’inchiesta e disposta l’autopsia

Villa Igea

Villa Igea

Modena, 4 agosto 2015 -  Salvatore Paderno, il novantenne preso a bastonate da un altro paziente di Villa Igea, mentre era ricoverato dentro la struttura, è morto sabato intorno a mezzanotte, a Baggiovara. L’anziano era stato ricoverato nell’ospedale privato accreditato il 14 luglio, a seguito di un infarto; il giorno successivo, mercoledì 15 luglio, un altro anziano, a quanto emerge in un momento di totale mancanza di lucidità causato da una patologia, lo ha colpito ripetutamente con un bastone che era accanto al suo letto (di proprietà di un terzo paziente sempre degente).

A seguito dell’accaduto (e anche su richiesta dei parenti di Paderno), il pubblico ministero di turno domenica scorsa, Pasquale Mazzei, ha disposto il fermo della salma, che è stata trasferita allaMedicina legale del Policlinico per essere sottoposta ad autopsia. In procura è già stato aperto un fascicolo sull’accaduto dopo che lo studio legale Pighi, incaricato dalla famiglia Paderno, ha sporto una denuncia il 25 luglio. Secondo l’avvocato Francesco Pighi in un primo momento si potevano ravvisare i reati di lesioni colpose e di omissione di soccorso. Già nell’esposto di fine luglio si fa dunque riferimento a come la struttura Villa Igea ha gestito la situazione, dall’inizio alla fine. Per ovvie ragioni, dopo il decesso del novantenne la situazione è decisamente più grave, anche dal punto di vista penale. Non a caso ieri mattina lo stesso studio legale ha chiesto ai magistrati di indagare, in aggiunta, sulle le ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale, oppure, quanto meno, di morte quale causa di altro delitto.

Il direttore sanitario di Villa Igea, Giovanni Neri, nei giorni successivi all’aggressione ha puntualizzato: «Posso dire che l’unico ritardo riscontrato è relativo alla comunicazione dell’accaduto ai parenti – che sono stati avvertiti dalla struttura il 16 luglio, ndr –. Ma per ciò che riguarda l’assistenza e le procedure dopo l’aggressione, non ho rilevato alcuna anomalia».

Ora, la procura non ha ancora fatto delle ipotesi concrete, questo perché prima bisogna attendere l’esito dell’autopsia. Solo gli accertamenti sulla salma possono infatti dire come e quanto le botte subite abbiano aggravato lo stato di salute del paziente. «In conseguenza delle percosse ricevute mentre si trovava in degenza, al signor Paderno venivano diagnosticati – fa sapere l’avvocato Pighi – un trauma cranico nonché fratture multiple agli arti (mani ed entrambe le braccia), fratture delle ossa nasali ed avulsioni dentarie da percosse, oltre che escoriazioni multiple con numerosi ematomi e ferite poi saturate con punti». Per il legale della famiglia sono diversi gli interrogativi «inquietanti» da affrontare: perché in una struttura dove vi sono in cura e custodia pazienti anche con gravi problemi psichici, questi hanno pacifico ed indisturbato accesso a bastoni così come altri oggetti idonei a offendere o ledere i terzi?

Perché un paziente ha la pacifica possibilità di ledere un altro degente che peraltro si trovava in condizioni da non potersi difendere? Perché il personale non è prontamente intervenuto per limitare o impedire l’aggressione? Ma soprattutto: perché una volta accertata l’aggressione, il personale di Villa Igea non si è prontamente attivato per prestargli le cure idonee, ma ha provveduto solo dopo tredici ore dall’evento? Insomma, per l’avvocato Pighi, il personale di Villa Igea non avrebbe operato «in modo conforme a quello degli standard di diligenza che gli dovevano essere propri ed a quel dovere di cura e custodia che essi avevano nei confronti dei congiunti di Salvatore Paderno».