Baggiovara, tra reparti e corridoi chiunque può passare inosservato

Il nostro viaggio nell’ospedale dove si registra un boom di furti

Ospedale (foto repertorio)

Ospedale (foto repertorio)

Modena, 8 ottobre 2015 - Un ospedale indifeso da ladri e malintenzionati. E’ la preoccupante situazione in cui versa la struttura sanitaria di Baggiovara dove da mesi pazienti, infermieri e medici denunciano razzie nei reparti. E l’esasperazione è tale che nei giorni scorsi Daniele Balducci, una delle vittime, ha messo in atto un sit-in di protesta: «Servono più vigilantes contro furti e aggressioni - ha denunciato - : questo ospedale è un casermone colabrodo. Ognuno può entrare e girare indisturbato». Abbiamo verificato se è davvero così. Alle 16 ho parcheggiato l’auto e iniziato a percorrere la passerella che porta all’entrata. Nella piazzetta due piccole telecamere sono puntate sul passaggio ma ben difficilmente riescono a riprendere l’ingresso. Oltrepassate le porte scorrevoli, mi trovo nella hall. Vado oltre e mi dirigo verso Radiologia. Gli esami e le visite sono in corso, ma nei corridoi i pazienti sono pochi.

Gli ambulatori sono ben chiusi a chiave, non c’è alcun sistema di videosorveglianza. Per diversi minuti provo ad aprire porte e girovago per i corridoi. Vedo arrivare due infermiere. Sono molto indaffarate, mi incrociano e proseguono. Non sono presenti guardie. Decido allora di salire al secondo piano. L’ascensore mi porta nel reparto di Neurologia. Un cartello sul ‘Deposito attrezzature’ avverte che non si può entrare. In realtà la porta è aperta, e chiunque può farlo indisturbato. Può persino inoltrarsi nella ‘Area operativa 2’, e magari frugare tra i cassetti. L’accesso alle stanze dei pazienti è naturalmente libero. Come è già capitato, sarebbe un gioco da ragazzi intrufolarsi facendo finta di cercare un familiare per poi puntare ad altro.

Non ci sono telecamere e non è presente nemmeno personale di sorveglianza. Salgo al terzo piano, entro ad Ortopedia. E la situazione non cambia. Così come negli altri reparti che visito - indisturbato - fino alle 17,30 quando decido di uscire. E nella hall incrocio finalmente una guardia. Il bilancio della giornata è facile. L’ospedale di Baggiovara è abbastanza ordinato, pulito e ben tenuto. Ma totalmente vulnerabile. Medici e infermieri non possono certo essere chiamati a controllare chi gravita nei corridoi e nelle stanze. Il problema è che il presidio interno ed esterno alla struttura manca di efficacia. E il lungo elenco dei colpi messi a segno lo testimonia. La direzione sanitaria dell’ospedale sottolinea giustamente che «la struttura deve contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di apertura al pubblico». E che «le misure di sicurezza presenti contribuiscono a ridurre il rischio di intrusioni e furti che, per le caratteristiche dell’ospedale, non può però essere completamente annullato». Tutto vero. Ma siamo convinti si possa e debba fare di più. Magari si potrebbe partire dall’incremento del numero di vigilanti privati e dall’installazione di una fitta rete di videosorveglianza. Gli operatori, i degenti e i loro familiari non chiedono di blindare la struttura. Solo di essere difesi da ladri e malintenzionati.