Paltrinieri: "Nuoto 18 chilometri al giorno e sono felice"

Carpi, il campione di nuoto torna a casa dopo le vittorie a Berlino: "E ora le Olimpiadi"

Paltrinieri mostra orgoglioso le medaglie vinte agli Europei (foto Saracino)

Paltrinieri mostra orgoglioso le medaglie vinte agli Europei (foto Saracino)

Carpi, 27 agosto 2013 - Gregorio Paltrinieri si è immerso per la prima volta in una piscina a tre mesi, portato dal papà Luca che è responsabile dell’impianto di Novellara. Da quel giorno l’acqua gli è entrata nel sangue e nel cuore e oggi, 20 anni il prossimo 5 settembre, è pluripremiato campione europeo di nuoto nei 1500 metri e da pochi giorni anche negli 800 metri, con il fantastico doppio oro realizzato a Berlino. Le due medaglie a forma di goccia hanno già trovato un posto nella camera di Greg, a casa dei genitori in via Alberti. Nell’appartamento semplice al quarto piano di un condominio, la stanza di Gregorio è un concentrato dei suoi successi sportivi, con le medaglie appese, foto di Greg in piscina e i peluches che regalano alle premiazioni. Appeso al muro il poster del suo idolo, il nuotatore australiano Ian Thorpe. La mamma Lorena Boccaletti ripone con cura l’ennesimo premio del figlio, prima di vederlo ripartire di nuovo per Roma, dove vive e si allena da tre anni. «Mi dispiace averlo lontano, ma ormai sono abituata e lo vedo soddisfatto — dice — i primi mesi è stata dura, la sera qualche pianto ci scappava...». Lui, sorridente, è un ragazzo semplice e trasparente come l’acqua in cui nuota.

Dopo aver vinto i 1500 metri, ti aspettavi di fare la doppietta con gli 800?

«Dopo aver vinto mi sentivo bene, sia dal punto di vista fisico che mentale, perchè gli avversari erano gli stessi. Si possono adottare due strategie nel nuoto: o parti forte e cerchi di mantenere il divario con gli avversari, oppure parti piano e cerchi lo sprint finale. Io adotto la prima».

Come ti sei preparato per gli europei di Berlino?

«I 1500 e 800 metri sono distanze lunghe, è una faticaccia prepararsi per questo tipo di gare: mi alleno 360 giorni all’anno, nuoto 18 chilometri al giorno. Si arriva alla gara con una tensione che capita poche volte: la pressione viene da te stesso, non da quello che ti dicono gli altri, perchè hai paura che vada male. É stata una grande soddisfazione vincere anche negli 800 in cui due anni fa negli europei in Ungheria avevo vinto l’argento».

Qual è stata la gara più difficile fino ad oggi?

«La finale dei 1500 alle Olimpiadi di Londra, due anni fa. La mattina della gara non muovevo un braccio, sono arrivato quinto. È stata una grande soddisfazione per me arrivare lì, a 17 anni, pranzare in mensa di fianco a campioni dello sport come Usain Bolt. Le Olimpiadi sono una competizione diversa, la più prestigiosa: ora penso alle prossime del 2016 in Brasile».

Che rapporto hai con Federica Pellegrini?

«La conosco dalle gare di Shanghai nel 2011, a Berlino veniva sempre a dirmi in bocca al lupo e dopo la vittoria mi ha fatto molti complimenti. Si dicono tante cose su Federica, io penso sia una grande campionessa e c’è molto da imparare da lei».

Riesci a venire a Carpi ogni tanto?

«Cerco di venire nel fine settimana. Mi mancano famiglia e amici, la mia fidanzata riesce ogni tanto a venire a Roma. Ora vado in Portogallo con i miei tre amici più stretti.

Andrai al mare?

«No, per qualche giorno non nuoterò..».