Carpi, il ritorno di Paltrinieri dopo le medaglie mondiali: "Quell’ultima vasca... non capivo più niente"

"Adesso un po’ di vacanza, poi di nuovo in piscina. Non staccherò fino alle olimpiadi"

SORRISO Greg con i genitori e con le medaglie vinte in Russia (FotoFiocchi)

SORRISO Greg con i genitori e con le medaglie vinte in Russia (FotoFiocchi)

Carpi (Modena), 18 agosto 2015 - Il suo telefono suona in continuazione nella tasca dei pantaloncini di jeans. «Da quando sono atterrato a Bologna è un continuo....».

Nonostante abbia tutti gli occhi del mondo addosso, Gregorio Paltrinieri non ha mai, neanche per un secondo, l’atteggiamento della star. Scende dalla macchina sotto casa a Carpi, in via Alberti, con papà Luca e mamma Lorena che sono andati a prenderlo all’aeroporto di Bologna. Trolley, zainetto, maglietta colorata. Senza conoscerlo sembra un ventenne qualunque appena tornato a casa dalle vacanze con gli amici. Invece è il nuovo campione del mondo di nuoto nei 1500 stile libero, primo azzurro a riuscire nella gara più lunga.

Greg, ora meritato riposo?

«Sì, dal 20 al 29 sarò in vacanza con la mia fidanzata a Miami e mi riposerò anche la prima settimana di settembre. Ho bisogno di staccare un attimo la testa e ricaricarmi».

Poi si ricomincia con gli allenamenti...

«Dal 7 settembre tornerò ad Ostia ad allenarmi e non staccherò più fino alle olimpiadi in agosto dell’anno prossimo. Sarà un anno molto tosto, a dicembre ci sono gli europei in vasca corta, a giugno europei in vasca lunga e poi le olimpiadi».

Ogni tanto verrai a Carpi ad allenarti nella nuova piscina?

«Potrebbe succedere ma di rado. La vasca coperta sarà di 25 metri, io ho bisogno di allenarmi in una vasca coperta di 50 metri. Comunque sono contento che Carpi abbia una nuova piscina».

Torniamo a Kazan. Si è chiarito il mistero di Sun Yang?

«Forse non si capirà mai davvero perché non si è presentato. E’ la prima volta nella storia del nuoto che un atleta non si presenta alla finale e non mandano un sostituto».

E’ vera la storia della rissa?

«La mattina della gara c’è stata una discussione in vasca tra Sun e l’allenatore di una nuotatrice brasiliana: lei diceva che Sun l’aveva spintonata durante le prove e ha chiamato il suo allenatore».

Sono venuti alle mani?

«In realtà l’allenatore ha provato a mettere le mani addosso a Sun ma qualcuno è intervenuto a dividerli. Poi il pomeriggio non ha gareggiato nella finale».

E l’ipotesi del problema cardiaco?

«E’ la più probabile, ma non so. Posso solo dire che Sun è venuto in piscina, prima della gara. Ed è stata l’ultima volta in cui l’ho visto».

La sua assenza ti ha costretto a cambiare strategia.

«Sì e ho anche rischiato di perdere. Sun avrebbe fatto una gara lineare, partendo piano e proseguendo forte. Invece senza di lui tutti gli altri si sono basati su di me e ho dovuto aprire forte».

Hai pensato di non farcela?

«Sono partito molto forte e quindi sono arrivato in fondo facendo molta fatica. Volevo staccare gli altri e sono arrivato all’ultima vasca in cui non capivo più niente. Avevo il canadese Cochrane vicinissimo, ho resistito all’attacco con tutte le forze. Non pensavo a niente, le braccia andavano da sole».

E’ stata una gara più emozionante di altre?

«Vincere è sempre bello. Sicuramente il mondiale in vasca lunga con i più forti al mondo è una gara dura».

Federica Pellegrini ha pianto davanti alle telecamere, tu invece mantieni sempre grande tranquillità.

«Capisco le lacrime di Federica. Io sono contento per quello che ho fatto e per quello che sto facendo. Ora un pò di vacanza ma dal 7 settembre la mia priorità sarà una sola: nuotare».