Don Luciano, formalizzata la denuncia: fatti i nomi delle 'malelingue'

Il presunto scandalo che ha scosso Pavullo. La Curia lo difende: "Maldicenze"

La parrocchia di Pavullo

La parrocchia di Pavullo

Pavullo (Modena), 3 settembre 2015 - Arriva un duro rimprovero della Diocesi ai parrocchiani di Monteobizzo, la piccola pieve di Pavullo al centro dello scandalo di questi giorni. La Diocesi rinnova la fiducia a don Luciano Venturi, il prete additato dalle malelingue come presunto padre di un neonato, parla di «clima esasperato» nella parrocchia e invita tutta la comunità cristiana a farsi «un serio esame di coscienza sul modo spesso superficiale di alimentare e coltivare insinuazioni e critiche malevole».

La Diocesi si augura che questa dolorosa vicenda si chiuda quanto prima: ma siamo solo all’inizio di un presunto scandalo che ha scosso e scuoterà un intero paese.

Ieri don Luciano, assistitito dagli avvocati Gian Paolo Lenzini e Guido Sola, ha presentato nella caserma dei carabinieri di Pavullo la denuncia per diffamazioneNel documento fa nomi e cognomi delle persone che avrebbero sparso la voce sulla sua presunta paternità di un neonato figlio di una donna molto vicina alla parrocchia.

Si tratta di quattro o cinque persone che fanno parte attivamente della vita della parrocchia: persone che don Luciano conosce bene e che fanno parte «del gruppo cucina, dei cori che cantano alla messa delle 10.30 e a quella delle 11.30, del gruppo Caritas, dei gruppi famiglie vecchi e nuovi», come ha scritto nel testo letto domenica scorsa a messa.

Al via, dunque, le indagini dei carabinieri per trovare conferme in quello che dice don Luciano. I militari procederanno come in tutte le indagini su denuncia di reato, cioè chiamando testimoni. E siccome della presunta relazione del prete con la donna si parlava praticamente ovunque, dal bar fino al negozio della parrucchiera, potrebbe essere convocato in caserma mezzo paese. Per avere conferme della diffamazione, l’unico modo al di là della confessione del diffamante è, appunto, la testimonianza.

Tutta Pavullo trema e la caccia alle streghe è già cominciata. «Sì è vero, sono nel gruppo Caritas ma non ho niente da dire» taglia corto Carla Montecchi. «Se sono preoccupata per la denuncia? Se mi arriva vedremo cosa fare».

I volontari che si danno da fare nella parrocchia di Monteobizzo sono addirittura oltre un centinaio, tra quelli che cucinano per le cene, la sagra o la festa della crescentina, le signore che smistano i vestiti usati alla Caritas, i gruppi che organizzano tornei di calcio e pallavolo. «Io sono nel gruppo cucina ma sono tranquillo e su don Luciano ci metto la mano sul fuoco che le voci sono tutte falsità» dice Savino Zuccarini. «Sono comunque molto stupito per quello che ha fatto - prosegue - le voci c’erano, è vero, ma arrivare alla denuncia... è una pugnalata alle spalle».

Intanto i parrocchiani sperano che don Luciano resti, nonostante abbia deciso di sospendere tutte le attività della parrocchia, ad eccezione delle messe. «Don Luciano è un prete d’oro, non si tocca!» dice Emilia Baruffi. «Ha fatto tantissimo per la parrocchia, ha ristrutturato e organizzato tante attività per i ragazzi» dicono Giovanna Talleri e Maria Pia Levanti.