Modena, 11 gennaio 2012 - Quando i soldi sono pochi le consulenze somigliano alle scommesse. Il Comune di Modena ci ha provato: ha pagato architetti, professionisti e specialisti, ma si è trovato, in alcuni casi, con un pugno di mosche in mano. Perché? Perché tra la firma dei contratti e l’effetto della collaborazione (un cantiere, per esempio) si è intromessa la crisi economica. Con una spiacevole conseguenza: un incarico che non sfocia in un fatto concreto, agli occhi della gente, diventa uno spreco. 

Si capisce meglio con degli esempi. Il caso più eclatante, il più noto, è quello delle piazze di Mario Botta. Tutti sanno che l’architetto svizzero, una star nel suo settore (quindi costoso) era stato contattato dall’amministrazione per ridisegnare piazza Roma, piazza Mazzini e piazza Matteotti. Botta aveva lavorato nel suo studio ai progetti e li aveva presentati alla città in assemblee fiume. Prezzo dell’operazione: 173mila euro. Poi è arrivata la crisi, e quegli interventi sono scalati. Non scomparsi, attenzione, ma per vederli realizzati bisognerà aspettare più del previsto.
 

La stessa cosa è successa con il nuovo istituto Sigonio. Si parte dall’esigenza di trovare una nuova collocazione per la scuola che adesso si trova in uno stabile fatiscente. Dello studio si occupa un’agenzia trentina che incassa 95mila euro. Prepara un progetto all’avanguardia, che — però — è destinato a rimanere carta fino a data indefinita. «Le risorse sono diminuite — dice l’assessore ai lavori pubblici Antonino Marino — Abbiamo rimandato, non potevamo fare altrimenti. Voglio specificare — aggiunge — che l’intervento programmato ammontava a 16 milioni. Una consulenza da 95mila euro per un progetto milionario non è fuori luogo». Il caso del nuovo campo da calcio ‘Pergolesi’ è piuttosto simile. L’amministrazione decide di rifare il terreno di gioco dove si allenava La Sirenella, di fianco alla sede della Maserati. L’azienda col tridente sembra interessata a comprare quell’appezzamento di terra, poi, però, ci ripensa. Il Comune intanto ha attivato due consulenze da 86mila euro complessivi, che continua a pagare. Del campo oggi non c’è traccia.
 

Anche le piscine Dogali sono finite al centro di questo inconsapevole ‘azzardo’ costato caro al Comune. A luglio del 2009 il noto architetto Massimo Majowiecki (nel curriculum la copertura dello stadio Delle Alpi di Torino, del Braglia di Modena, la realizzazione di sale espositive a Milano e a Bologna) viene incaricato di progettare la copertura della piscina adiacente allo stadio, e di valutarne l’impatto architettonico. Il contratto vale 40mila euro circa. In quel periodo la crisi era già nell’aria e soffocava i conti; il compito di ideare la nuova struttura, però, viene affidato lo stesso. Del progetto, putroppo, non si fa nulla.
 

Ci sono — fortunatamente — altri soldi sospesi che potrebbero trovare, invece, la loro ‘ragione di esistere’ nei prossimi mesi. Un esempio, il nuovo impianto sportivo di via Capitani, «che verrà inaugurato a marzo», dice Marino, costato (in consulenze) 24mila euro. O la riqualificazione della sgomberata piazza XX Settembre, che quest’anno dovrebbe iniziare, stando alle previsioni dell’assessore al centro storico Daniele Sitta. I professionisti che hanno lavorato al progetto, hanno incassato ben 92mila euro.
 

Nella ‘valle’ dei lavori pubblici e dell’urbanistica, va segnalato anche il costo, impattante ma «necessario» («lo dice la legge» assicurano in Comune) dei ‘coordinatori della sicurezza’. Sono professionisti chiamati a garantire il rispetto delle norme e la sicurezza nei cantieri. Vengono ‘assoldati’ volta per volta, perché il Comune non ne ha abbastanza e non tutti hanno le competenze per farlo. Gli incarichi di questo tipo sono centinaia, e i contratti importanti. Davvero non si può affidare questo compito (almeno in parte) ai tecnici che lavorano già in Comune?