Modena, 5 maggio 2013 – Nera (così ha chiesto di essere definita, e non “di colore”), determinata e cattolica. Tre parole, fra tante, per descrivere il neo ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge. Le ha scelte lei stessa nell'intervista rilasciata a Lucia Annunziata, a 'In mezz'ora', su Rai Tre.

Dalla trasmissione è emerso un profilo chiaro e netto della 'ragazza' che tanti anni fa lasciò il suo Paese d'origine, il Congo, per venire in Italia. Proprio 'grazie' alla religione. “Ho ottenuto un borsa di studio attraverso il vescovo della mia città, poi a Roma mi ha accolto un prete ungherese, un rifugiato politico”. Dunque, gli studi in Medicina e il lavoro per mantenersi.

Poi l'amore per un calabrese nato e cresciuto a Modena e, finalmente, la cittadinanza. Il pezzo di carta, però, non è bastato per evitare le discriminazioni. “Ne ho subite tante – racconta alla Annunziata -, la peggiore nel 2004, quando facevo campagna elettorale nella provincia di Modena”. “Io e mia sorella – spiega -, impegnate in un volantinaggio porta a porta, siamo state aggredite da un negoziante che ci voleva cacciare chiamandoci 'negretti' e 'vu cumprà'”. “Quella è stata l'unica volta che ho denunciato – aggiunge -, ma non ho mai avuto una risposta perché nel frattempo l'imputato è morto”.

Nonostante le amarezze, la fiamma della speranza non si spegne. Il ministro Kyenge, infatti, ha ben chiari i suoi obiettivi: confronto, mescolanza tra le diverse culture che convivono nel Belpaese, abrogazione del reato di clandestinità e legge sullo 'ius soli' (chi nasce in Italia diventa automaticamente cittadino italiano, ndr.). In tal senso, Cecile, incalzata dalla giornalista dalla giornalista di Rai Tre, confida un suo sogno: affidare all'immagine dell'attaccante milanista Mario Balotelli una campagna per l'integrazione. “Sarebbe un'ottima idea – ammette -, Mario riesce a testa alta a dare un contributo all'Italia, è un valore aggiunto per il Paese”. Se son rose, fioriranno.