Modena, 14 marzo 2014 - Si è chiusa alle due di notte la commissione dei garanti del Pd, che doveva decidere in merito all'esposto di Francesca Maletti sui presunti voti 'comprati' da Gian Carlo Muzzarelli (il candidato vincitore delle primarie) nel seggio due, quello degli stranieri.

Il comunicato ufficiale del partito non è ancora uscito, ma stando alle indiscrezioni che arrivano, i garanti non avrebbero rilevato, in sostanza, irregolarità nella votazioni del due marzo.

Maletti in ogni caso non si ferma e annuncia di proseguire la sua battaglia, si rivolgerà alla commissione regionale.

Ecco il comunicato ufficiale:

Nella notte tra giovedì e venerdì, il Comitato provinciale dei Garanti del Pd modenese ha chiuso il suo meticoloso lavoro: l’esito delle primarie per la selezione del candidato sindaco di Modena è confermato per tutti e tre i candidati così come è confermata la proclamazione di Gian Carlo Muzzarelli. Dall’esame della documentazione pervenuta, comunque, vengono rilevate criticità e scorrettezze. Il Comitato dei garanti, organo politico e non giudiziario, fa chiarezza su tutti i punti contestati particolarmente delicati per l’onorabilità del partito. Allo stesso partito vengono, infine, indirizzate le osservazioni finali, compreso un invito a tutti i dirigenti, di ogni livello, al rispetto delle regole e di comportamenti che salvaguardino l’immagine del partito stesso.

Dopo quattro incontri e un meticoloso lavoro di approfondimento e confronto, nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 marzo, il Comitato provinciale dei Garanti del Pd modenese ha chiuso i lavori relativi all’esito delle Primarie per la selezione del candidato sindaco di Modena. I Garanti, pur evidenziando alcune criticità e scorrettezze (che vengono peraltro puntualmente enumerate nel dispositivo del loro pronunciamento), ribadiscono “l’esito delle primarie di tutti e tre i candidati per tutti i seggi, confermando la proclamazione di Gian Carlo Muzzarelli”. La decisione è stata presa a maggioranza dell’organismo con sei voti a favore, un’astensione e due voti contrari. La richiesta di annullamento del voto del seggio 2 (1.436 votanti), emersa nel confronto, è stata giudicata dalla maggioranza dei Garanti un provvedimento abnorme rispetto alle criticità rilevate, tenuto conto che un provvedimento di questo tipo può essere adottato solo a fronte di gravissimi fatti accertati e tenuto conto del fatto che, comunque, né il presidente del seggio 2 né i rappresentanti dei comitati, nel verbale di chiusura del voto, avevano rilevato significative irregolarità.

La Commissione provinciale di Garanzia è un organo politico, non ha poteri giudiziari: deve tutelare l’interesse del  partito e difenderne la onorabilità così come quella dei suoi iscritti e rappresentanti. La Commissione, ancora in assenza di una richiesta di intervento formale, si era riunita già lunedì 10 marzo, e poi, tutti i giorni, fino a chiudere i lavori con un pronunciamento che ribadisce la regolarità complessiva del voto, non nasconde le criticità rilevate ed elenca alcune osservazioni che il partito dovrà tenere presente in eventuali prossime analoghe consultazioni. Tra le problematicità rilevate, una è ascrivibile a entrambi i comitati che sostenevano i candidati Maletti e Muzzarelli. Tutti e due, infatti, non hanno rispettato il silenzio elettorale nella giornata del voto, violando di conseguenza il regolamento delle primarie.
Per quanto riguarda gli esposti presentati, in tempi diversi, dai tre candidati il giudizio è articolato. Viene confermato quanto già stabilito dal Collegio di garanzia comunale in relazione all’esposto sul seggio 2 che Silingardi aveva presentato ad urne ancora aperte. Quanto, invece, all’esposto presentato da Francesca Maletti, il giudizio è stato espresso su ogni singolo episodio segnalato: innanzitutto - visti i filmati, le fotografie e le testimonianze indirette allegate – risulta “non dimostrabile il passaggio di denaro per la contribuzione prevista per i votanti dal regolamento ad opera di Maurizio Dori che, peraltro, aveva già smentito ogni addebito”.

Le dichiarazioni del signor Mendosa sono smentite da analoga e contraria dichiarazione di un gruppo di appartenenti alla stessa comunità filippina. Il Comitato dei Garanti ha preso visione anche dell’esposto che Francesca Maletti aveva presentato alla Commissione nazionale di garanzia: si trattava di una dichiarazione testimoniale senza firma, ma dichiarata autentica dal Comitato della candidata. In essa si dichiarava che nel pomeriggio del 28 febbraio Gian Carlo Muzzarelli, nel piazzale della Questura, aveva personalmente consegnato 200 euro a un pastore protestante alla presenza di una settantina di elettori affinché venissero distribuiti tra loro per potersi recare al voto. Dalla documentazione consegnata dal comitato Muzzarelli risulta, invece, netta la fitta agenda di appuntamenti del candidato in quel pomeriggio: dalle 13.00 presso un’emittente locale per registrare una trasmissione televisiva, poi a Bologna a un convegno pubblico, di nuovo a Modena per un incontro elettorale pubblico e, a seguire al palazzetto dello sport per il concerto a favore dei terremotati. Relativamente, poi, all’esposto presentato da Gian Carlo Muzzarelli non risulta provata dalle immagini allegate la propaganda elettorale nel seggio 2 ad opera del Comitato Maletti. Infine, il tema dell’accompagnamento al seggio di elettori: i Garanti evidenziano che si tratta di azioni legittimamente promosse da tutti i Comitati per incentivare il voto degli stranieri. La condotta diventa censurabile, infatti, quando si trasforma in “trasporto organizzato e insistito al seggio”.
I Garanti, comunque, dopo un’analisi così meticolosa di quanto avvenuto nel corso del voto delle primarie, sottolineano che, per il prosieguo, occorrerà avere maggiori attenzioni. Una di carattere contingente: l’aver concentrato gli stranieri in un unico seggio ha finito per creare assembramenti e disagi. Un’altra di valore più generale: visto il ruolo super partes a loro attribuito, i Garanti hanno la piena competenza per ricordare a tutti che “i dirigenti del partito, a ogni livello, sono tenuti al rispetto delle regole che il partito ha deliberato e con atti e comportamenti che salvaguardino l’immagine stessa del partito che con la sua storia e la sua deve sentirsi responsabile verso tutta la società”.