Modena, 27 maggio 2014 - SE OGGI Matteo Renzi telefonasse e chiedesse al segretario del Pd di Modena ‘che fine hanno fatto i miei diecimila voti?’ non ci sarebbe nulla di strano. Sono tanti, tantissimi, i consensi che i democratici guidati da Gian Carlo Muzzarelli hanno perso sotto la Ghirlandina. Nella tornata elettorale in cui il partito nazionale mette a segno il ‘colpo della vita’, facendo segnare il record storico per una forza di sinistra, il Pd locale si trova trascinato al ballottaggio. E non sono stati i grillini a tirarlo verso il basso, ma i suoi stessi elettori: il fatto che i due candidati ‘di protesta’ della sinistra Adriana Querzè e Antonio Montanini abbiano preso entrambi più voti rispetto alle liste che li sostenevano la dice lunga.


La morale? Musi lunghissimi alla Manifattura tabacchi, quartier generale dei muzzarelliani. Ci sono tutti i principali supporter della sua campagna, dal senatore Stefano Vaccari alla deputata Giuditta Pini, passando per la stragrande maggioranza dei candidati in consiglio. Aspettano tutti il loro aspirante (ancora per due settimane) sindaco, che è atteso anche in Comune, dove è stata allestita una sala stampa per le dirette tv. Lui? Tarda. A un certo punto sembra intenzionato a non metterci la faccia, i cronisti vengono informati che «vista l’ora tarda, il candidato sarà disponibile domani».

Poi, invece, compare in Manifattura, per ricevere l’abbraccio dei suoi e rassicurare chi proprio non se l’aspettava. Non sono pochi. Quando alle 22.45 circa il monitor coi risultati ha ‘urlato’, per la prima volta dopo ore di scrutinio, 49,8% (per evitare il ballottaggio bisogna prendere il 50% più uno) a qualcuno è gelato il sangue nelle vene. Sperava che gli ultimi tre seggi aiutassero a raddrizzare quella «maledetta» situazione, e invece dalle urne delle scuole Saliceto Panaro, delle Graziosi e delle Lanfranco non è arrivato il regalo sperato.
 

Di nuovo alla Manifattura. Ecco le parole di Muzzarelli, il suo comunicato messo, poco prima, nero (come il suo umore) su bianco. «Innanzitutto — attacca — desidero rivolgere un ringraziamento agli elettori modenesi che in un momento di distanza dalla politica hanno votato con percentuali importanti, e che nel voto per il Parlamento Europeo hanno confermato la vocazione europeista della città. Il voto amministrativo ha invece confermato l’esistenza di una criticità del governo e della politica locali, di cui ero pienamente consapevole quando ho accettato di candidarmi, proprio con l’intento di ricucire i rapporti tra l’amministrazione ed i cittadini e di ridare a Modena una marcia in più. Fin da subito — continua — ho lavorato per riannodare i fili, consapevole, come ho dichiarato più volte, che il ballottaggio era un’eventualità molto probabile. Con l’impegno di tutta la coalizione e dei candidati, che ringrazio, abbiamo raggiunto un risultato ragguardevole sfiorando il successo al primo turno; un risultato che ci consente di affrontare il secondo tempo da una posizione di grande autorevolezza e consenso. Peraltro la coalizione realizza un risultato che assicura sin da ora al centrosinistra la maggioranza dei seggi in consiglio. La campagna per vincere l’8 giugno è già iniziata e l’affronteremo con lo stesso spirito di apertura, ascolto e innovazione con cui ci siamo proposti finora, rendendo ancora più chiaro il nostro messaggio di cambiamento».

Chiude con l’sos: «Faccio appello a tutti gli elettori della sinistra e del centro moderato e riformista, e in generale a tutti gli elettori modenesi che desiderano un governo capace ed autorevole, a preparare la partecipazione al voto per scegliere un governo all’altezza delle ambizioni di Modena».

Più tardi interviene anche il segretario regionale Stefano Bonaccini, che non perde tempo e fa un appello alla Querzè: «Gian Carlo chiami a raccolta chi vuole la proposta e non la protesta. Sono convinto che Adriana non si sottrarrebbe, a questo punto».

di DAVIDE MISERENDINO