Ferrari a noleggio, guerra col Comune a Maranello

Turisti italiani e stranieri fanno la fila per provare il brivido di guidare una Ferrari. Ma il regolamente comunale proibisce la promozione nel piazzale davanti al museo. E i noleggiatori sono divisi

Una Ferrari a noleggio in transito sulle strade di Maranello; da tempo in Comune si discute sul tema

Una Ferrari a noleggio in transito sulle strade di Maranello; da tempo in Comune si discute sul tema

Maranello (Modena), 3 ottobre 2016 - «A tour in Ferrari sir?», «Un giro in Ferrari, signore? Ottanta euro per dieci minuti». Il promoter, cappellino rosso e casacchina sportiva, si è appena nascosto tra le macchine per sfuggire alla pattuglia dei vigili urbani di passaggio.

Il regolamento comunale parla chiaro: vietato il procacciamento davanti alla zona del museo Ferrari. Ma scampato il pericolo, l’intrepido steward torna a beffare Comune e concorrenti reclutando clienti italiani e stranieri disposti a vivere il sogno, profumatamente pagato, di guidare una testarossa noleggiando un bolide tra le sei aziende maranellesi che offrono un servizio unico al mondo.

«Tutto il giorno è così – alza gli occhi al cielo Stefano Ravazzini, titolare per esempio della Push start, una decina di gioiellini nel suo parco auto –. Per Maranello circolano anche pulmini che fermano le persone per vendergli il giro. Con una ventina di promoter riescono a intercettarne a decine al giorno. I controlli delle forze dell’ordine non sono sufficienti». Eppure una delle ditte più riottose ha collezionato ben 106 multe in 12 mesi. «Gli fai il solletico», sorride un altro proprietario che preferisce rimanere anonimo e fa un calcolo davanti a un caffè, scandendo i numeri con il suono del cucchiaio sulla tazzina: «Cinquanta-sessanta clienti al giorno a una media di 100 euro l’uno quanto fa?».

Storia di ordinaria esasperazione all’interno del triangolo bellico: da una parte i noleggiatori contro il Comune che non trova una soluzione, dall’altra i proprietari delle Ferrari in lite tra di loro perché chi rispetta le norme si arrabbia con chi non lo fa.

 

FAMILYFERRARI_6860219_174701
FAMILYFERRARI_6860219_174701

Il pomo della discordia è il regolamento municipale che impedisce la pesca a strascico di clienti davanti al museo, l’attività di promozione ritenuta indecorosa e minacciosa per l’ordine pubblico (sono state diverse le zuffe segnalate per accaparrarsi facoltosi russi e brasiliani nella città del Drake), pena sanzioni di 500 euro e dopo la terza, sospensione dell’attività per otto giorni. A rinforzo, il Comune ha piazzato in zona dei cartelli in tutte le lingue dove c’è scritto che è vietato il procacciamento per effettuare il test drive o altre attività. Lo stesso testo stampato su un volantino fatto distribuire ai clienti da contro-promoter che per un periodo indossavano una maglietta bianca con su scritto ‘No all’abusivismo’ per sensibilizzare i turisti contro i serpenti tentatori, nel piazzale di uno dei musei più visitati d’Europa diventato ormai un suk.

Una salomonica soluzione sembravano essere i gazebo nel parcheggio del museo, sul modello delle auto a nolo negli aeroporti. Ma dopo un anno la sperimentazione è fallita, perché non a tutti conveniva: «Io ho l’attività davanti al museo – spiega sempre Ravazzini – perché uno che ce l’ha più lontana deve avere le stesse mie possibilità visto che pago di più per stare qui?». A spingere per i gazebo, anzi per «i punti informativi», è invece Nicola Pedretti della Motorsport, che mentre attende l’esito di un ricorso al Tar e uno all’Antitrust per ammorbidire il regolamento, rivendica l’utilizzo dei promoter in giro: «Noi non vogliamo nessuna guerra – premette mentre assegna le auto ai clienti in fila – ma neanche possiamo accettare una penalizzazione della libera attività economica sancita dalla Costituzione. Senza promozione in piazza la nostra attività muore perché siamo in periferia. In tutta Maranello noi noleggiatori di auto garantiamo direttamente almeno 150 posti di lavoro, senza contare l’indotto tra agenzia di assicurazioni, officine meccaniche, elettrauto. Perché non offrire a tutti le stesse possibilità? Una maggiore concorrenza è un bene».

Tirato per la giacchetta è l’arbitro, il sindaco di Maranello Massimiliano Morini accusato da opposizione e noleggiatori di non mediare abbastanza per riportare la pace nella città delle Rosse: «Il regolamento – spiega il primo cittadino rispedendo la palla avvelenata ai noleggiatori – si è reso necessario per garantire l’ordine pubblico nell’area e tutelare i turisti. La litigiosità tra operatori ha impedito fino ad oggi ragionamenti di prospettiva condivisi. Se vi saranno proposte migliorative saremo pronti a coglierle».