Musulmani e cattolici pregano insieme / FOTO e VIDEO

Una quindicina di islamici ieri alla Beata Vergine Addolorata: «Siamo tutti fratelli»

Il parroco  abbraccia El Moden Regragui, responsabile della casa della saggezza. A destra la comunità turca

Il parroco abbraccia El Moden Regragui, responsabile della casa della saggezza. A destra la comunità turca

Modena, 1 agosto 2016 - Un mondo diviso in due ma unito nella guerra al terrorismo. Da una parte il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che annuncia controlli a tappeto sui finanziamenti alle moschee e Imam formati alla cultura italiana. Dall’altra quindicimila musulmani che ieri hanno pregato insieme ai cattolici in chiesa, in segno di solidarietà alle vittime del terrorismo e per sottolineare che ‘siamo tutti fratelli’. E così è accaduto anche nella parrocchia della Beata Vergine Addolorata di via Rainusso, dove Don Paolo Boschini ha accolto ieri nella casa del signore alcuni membri della comunità musulmana e altri appartenenti all’associazione Turca Milad.

Un appello, quello colto dal popolo islamico, lanciato dai connazionali francesi dopo le atrocità di questi giorni. Ed è così che, prima dell’omelia, El Moden Regragui, responsabile della casa della saggezza di via Portogallo, in arabo ha recitato una preghiera. Non prima, però, di abbandonarsi in un significativo abbraccio con il parroco. «Un abbraccio vero perchè quello di oggi – ha detto don Boschini – è un regalo in cui abbiamo sperato gli uni verso gli altri dagli attentati dell’11 settembre. Discendiamo dallo stesso padre Abramo – ha sottolineato - la diversità è spirito di pace e benevolenza. Soffriamo quando vediamo l’Islam umiliato; si soffre insieme. Questa è compassione».

Il parroco è intervenuto anche sull’aggressione al monaco di San Pietro: «Il perdono ci deve essere, ma deve anche diventare giustizia». Erano circa quindici ieri i musulmani che hanno partecipato all’omelia. «In nome di Dio – ha detto El Moden Regragui – come comunità musulmana condanniamo gli atti terroristici e continueremo ad esprimere la nostra solidarietà alle vittime. I terroristi usano il nome di Dio per combattere la loro guerra ma, in realtà, il Corano parla di pace. Possiamo e dobbiamo pregare insieme». A sedersi tra i banchi, appunto, anche gli esponenti della comunità turca appartenenti all’associazione pacifista Milad, recentemente oggetto di attacchi incendiari e minacce di morte, sui quali sono in corso indagini. «Siamo qui – hanno detto – perchè non ci stanchiamo mai di dire no al terrorismo e ringraziamo padre Paolo per aver condiviso con noi questa preghiera». Infine il parroco ha portato i saluti e il plauso per la giornata di pace da parte del vescovo Don Erio Castellucci: «E’ ancora in Polonia ma ci invita alla fraternità, alla pace, alla giustizia sociale. Dobbiamo lasciare da parte le paure e i sospetti e parlare un unico linguaggio. Quello che sta avvenendo oggi è il sacramento dell’incontro».

Infine Don Paolo ha invitato i presenti a lavorare insieme sulla via dell’accoglienza, affinchè i cittadini mettano a disposizione le proprie case o comunque - nella possibilità di ognuno - i propri beni in favore del prossimo bisognoso. Presente ieri mattina alla celebrazione anche Marco Coltellacci, responsabile del dialogo con le religioni per la diocesi: «Le persone che sono qui oggi sono venute spontaneamente – ha detto – hanno sentito il bisogno di condividere insieme a noi e resteranno fino alla fine dell’omelia». Sulla giornata di preghiera invocata dalla comunità musulmana francese è intervenuto anche il presidente della moschea di via Portogallo Adil Laamane: «Questo selvaggio crimine – ha detto – si pone in netta opposizione con gli insegnamenti della nostra religione. In particolare il Corano che, in più passaggi, sottolinea insieme ai profeti la vicinanza e l’affetto che legano comunità musulmana e cattolica».