Profughi, Gualmini: "I Comuni non ce la fanno"

La vicepresidente della Regione: "Incontreremo Alfano"

Elisabetta Gualmini

Elisabetta Gualmini

Modena, 31 luglio 2016 - Vice presidente della Regione Emilia Romagna e assessore con delega al welfare, Elisabetta Gualmini, modenese di origini, ha ben presente l’emergenza profughi. E quando il sindaco Muzzarelli parla di territorio allo stremo, non riesce a dargli torto, anzi.

Vice presidente Gualmini, partiamo dall’episodio del monaco picchiato

«Esprimo massima solidarietà nei confronti del sacerdote. Lui e tanti altri svolgono importanti funzioni di assistenza mettendo a repentaglio la loro incolumità».

L’episodio ha fatto riemergere l’emergenza profughi. Secondo Muzzarelli il territorio non è in grado di accoglierne altri

«Devo dare ragione a lui e a tutti gli altri sindaci che in questo momento si stanno lamentando. Vanno ascoltati».

Quali sono i rischi?

«Non riuscire più ad accogliere tutti per mancanza di strutture genera tensioni. E anche episodi come l’aggressione di Modena».

L’allarme quindi è a livello regionale?

«Sì, credo che non ci sia sufficiente equilibrio nella ripartizione dei profughi tra Regione e Regione. E’ un grido d’allarme giustificato: tutti devono fare la propria parte, senza squilibri».

Per il resto il sistema di accoglienza funzione?

«Può essere migliorato, e si possono individuare tre ambiti di intervento. Nei giorni scorsi ho partecipato a un summit con tutti gli assessori regionali al welfare e abbiamo deciso di incontrare entro un mese al massimo il ministro dell’Interno Angelino Alfano».

Cosa chiederete?

«Per prima cosa occorre ridare maggiore autonomia alle Regioni nei loro rapporti con le prefetture. Noi in questo momento non possiamo decidere sui numeri di profughi da smistare, sono i prefetti che fanno i bandi con le varie associazioni di accoglienza».

Questo cosa comporta?

«Che in caso di sovraffollamento la gente se le prende con gli enti locali, Comuni e Regione in primis, senza sapere che purtroppo sull’organizzazione non hanno voce in capitolo. Ma noi rivogliamo le nostre competenze per procedere a una distribuzione di profughi più equa. E vogliamo eliminare gli intoppi burocratici».

Quali?

«Esiste la possibilità di negare lo status di profugo. Ma automaticamente lo straniero può fare ricorso. E in attesa della decisione definitiva può restare in Italia a carico delle strutture d’accoglienza. Si crea un ingolfamento che crea solamente problemi. E poi c’è il problema dei minorenni».

Quelli vanno accolti per forza

«Certo, è la legge che ce lo impone. Ma i flussi sono massicci, soprattutto dall’Albania e dal Pakistan. E le strutture, specialmente nel Modenese, sono ormai piene. Stiamo lavorando con l’Albania per cercare di fermare il flusso all’origine. Ma occorre insistere. Sono tre problami importanti e ne parleremo al più presto con Alfano. Servono soluzioni immediate».