Modena, 24 gennaio 2012 - Il nano salvato dal gigante con una trasfusione lampo di sangue: è fantastica favola che vede protagonisti due cani. Una piccola neo mamma di razza Pinscher agonizzante, del peso di due chili, viene riportata in vita da un Labrador nero, di 35 chili. Stella, questo il nome della cagnolina dal peso piuma, si salva grazie alla generosità di Blu, il cane di razza di proprietà della veterinaria Elisabetta Bellei, che s’improvvisa... donatore Avis.
 

Una vicenda a lieto fine che però nasconde una insidia: il veleno per topi. Stella, infatti, diventata mamma da poche settimane di due cucciolini, si è cibata per giorni del veleno per topi che i condomini del palazzo dove vive avevano seminato in giardino per allontanare i roditori che di notte razzolano nel cortile. I piccoli granellini colorati dal sapore dolce attirano i topi per farli poi stecchiti, ma anche i cani ne vanno ghiotti. «Al punto che _ sottolineano la dottoressa Bellei e la collega Monica Burzi _ sono tanti nell’arco di un anno i cani che arrivano in fin di vita o comunque mal ridotti negli ambulatori di noi veterinari. In molti casi funziona la terapia con antidoti, ma in altri purtroppo si arriva tardi, poi dipende dalla taglia dell’animale».
 

Stella giunge pochi giorni fa nell’ambulatorio della dottoressa Bellei in fin di vita. Il piccolo proprietario, Justin Lanziello, e i genitori avevano dato la responsabilità del pessimo stato di salute di Stella alla recente gravidanza. Un cagnolino di due chili deve mettercela proprio tutta, in termini di energia, per dare alla luce due cucciolini. Ma la veterinaria e il suo staff capiscono subito che la causa dell’agonia è il veleno per topi ingoiato. Di casi simili ne hanno trattati tanti e per salvare l’animale serve soltanto una trasfusione rapidissima.
Blu, il bellissimo e sanissimo Labrador della dottoressa Bellei, passa così dalla tranquilla cuccia del giardino di casa all’ambulatorio della sua padrona. La trasfusione viene effettuata a tempo di record e ora dopo ora Stella riguadagna la vita.
 

Gli occhi si fanno vispi, i movimenti più decisi. Il pericolo è scampato. Blu ridona la vita a Stella. Non sta in sè dalla gioia il piccolo Justin. Ma la gioia è di tutti. «Come regola generale -spiega la dottoressa Bellei - la prima trasfusione di sangue può essere effettuata anche senza la determinazione del gruppo sanguigno quando la procedura viene ritenuta salvavita e non si ha la possibilità di valutare l’emogruppo e il test di sensibilità crociata. Le somministrazioni successive di sangue - continua - sono ad alto rischio di reazione avversa e perciò devono essere precedute dall’identificazione del gruppo sanguigno e dai test di compatibilità crociata (che per buona pratica dovrebbero sempre e comunque essere effettuati), pena reazioni anafilattiche ed emolitiche mortali. Proprio per questo motivo esiste una Banca del Sangue per cani e gatti, che si occupa della raccolta e della conservazione del sangue e del suo utilizzo a scopo terapeutico».