Modena, 8 febbraio 2012 - “Si tratta di allarmismi non giustificati. Il gas non manca e la strada per far fronte alla richiesta di risorse è un’altra, più sicura ed efficace”. Così l’assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Gian Carlo Muzzarelli, replica alle parole di Grayson Nash, amministratore delegato di Erg Rivara Storage (Ers), la società che ha proposto il maxi deposito di gas sotterraneo nel Modenese, a Rivara di San Felice sul Panaro.

Ieri, infatti, Nash ha osservato come se ci fosse il deposito, le imprese del territorio non avrebbero problemi di rifornimento di gas. “L’uscita di Erg e la pronta rincorsa dell’onorevole Carlo Giovanardi non sorprendono- dice Muzzarelli riferendosi alla nota dell’ex sottosegretario in cui si difende il progetto- ed erano anzi facilmente prevedibili: niente di meglio che un’ondata di gelo per tornare a sostenere la coincidenza dei loro interessi con quelli della collettività”. Ma, continua l’assessore, “come ha confermato ieri l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, gli allarmismi non sono giustificati. Le scorte operative di gas sono quattro volte superiori alla crisi del 2005-06 e le scorte strategiche non sono state toccate”. Peraltro, “i tempi di studio e realizzazione del deposito di Rivara sono del tutto sfasati rispetto alle esigenze del momento, tanto più che si tratta di un intervento in acquifero profondo, mai sperimentato in Italia”, precisa.
 

“Per far fronte alla domanda di energia e alle emergenze c’è un’altra strada- aggiunge Muzzarelli- che abbiamo ripetutamente spiegato, molto più semplice, più sicura e più efficace. In primo luogo, se si vuole aumentare lo stoccaggio di gas naturale, che in Emilia-Romagna è già pari ad un terzo di quello nazionale, si possono usare i giacimenti esauriti o in via di esaurimento”. In Emilia-Romagna sono cinque.
“In secondo luogo è ora di spingere l’acceleratore sul risparmio energetico delle imprese, delle case e degli edifici pubblici, sia per motivi ambientali che per interrompere una rincorsa continua, costosa e insostenibile, all’acquisto e all’importazione di idrocarburi- osserva Muzzarelli- così si taglierebbero anche le punte e si eviterebbe il ricorso alle centrali a olio pesante. In terzo luogo si deve investire sulle fonti rinnovabili, diversificando le fonti e abbattendo l’inquinamento”. Insomma, conclude, “sarebbe ora di smetterla di discutere di soluzioni speculative e rischiose e di portare avanti una strategia di alto profilo e interesse generale”.