Modena, 22 luglio 2012 - SALVATORE CATOZZI potrebbe aver tentato di molestare alcune ragazzine del paese.
È una mamma di Rovereto a raccontare un episodio che le avrebbe riferito la figlia di nove anni: il condizionale è d’obbligo, soprattutto in casi delicati come questo in cui è facile che i piccoli si suggestionino. Saranno i carabinieri a far luce su eventuali altri episodi di molestie su minori, o tentativi, da parte di Catozzi che risulta incensurato.
 

La mamma, di cui non riveliamo il nome per tutelare la minore, racconta: «Mia figlia ha sentito delle voci su quello che è successo e ho provato a spiegarle le cose con le dovute cautele». A quel punto la bimba ha riferito alla mamma che Salvatore avrebbe chiesto a lei e ad altre amichette «di andare a fare un giro sull’argine del Secchia, ma le bambine non ci sono andate».
 

La voce che negli ultimi giorni Catozzi avesse avvicinato alcuni ragazzini del paese si rincorre da più parti. Pare che il primo campanello d’allarme sia suonato martedì sera, quando il 55enne è stato visto vicino al campo da bocce, a pochi metri dal campo tenda, parlare con alcuni minorenni. La cosa è apparsa strana ad alcuni pensionati che giocano a carte, ma l’episodio finisce qua.

Se qualche tentativo di molestia c’ è stato, non è noto a Rosanna Caffini, una delle aiutanti di don Ivan e responsabile del campo giochi per i bambini della parrocchia. «Se avessi saputo che Salvatore si comportava in questo modo ovviamente lo avremmo allontanato dalla comunità. Non ho mai ricevuto segnalazioni dalle famiglie: per noi è stato un terremoto morale, dopo il terremoto ‘fisico’ che ha colpito le case».
 

Almeno il sisma che ha spaccato le case di Rovereto ha ragioni nella terra solida, mentre le molestie di Catozzi verso un ragazzino di undici anni scoperchiano un pentolone di incognite.
«Mi sto facendo tante domande ma non so rispondere — dice sconsolata Caffini — non so che vita facesse Salvatore prima di venire a Rovereto. Ne sentivo parlare, ogni tanto veniva a trovare don Ivan, ma l’abbiamo conosciuto quando si è trasferito in canonica. Lui e don Ivan avevano un rapporto da fratelli, ogni tanto c’erano divergenze di opinione ma tutto rientrava nella normalità».
 

Il pensiero va a don Ivan, la preoccupazione dei suoi ‘fedelissimi’ è che questa brutta storia getti nel fango la memoria del parroco.
«Meno male che don Ivan non assiste a tutto questo...», si lascia scappare Rosanna. Forse se don Ivan fosse ancora in vita tutto questo non sarebbe successo? «Non lo so, proprio non lo so...»

 

Silvia Saracino