Modena, 22 luglio 2012 - Salvatore Catozzi “non ha mai svolto servizi di carattere pastorale o educativo’’ e, in occasione della visita di Benedetto XVI dello scorso 26 giugno, il suo nome “non compariva in alcuna lista ufficiale delle persone autorizzate’’.

Questa la precisazione della diocesi di Carpi, che esprime “sconcerto e dolore” per l’arresto dell’aiutante di don Ivan - il parroco di Rovereto morto nel terremoto per salvare dalle macerie della sua chiesa una statua della Madonna - con l’accusa di atti sessuali su minori.

Onde “evitare strumentalizzazioni”, la Diocesi ricorda inoltre che l’uomo, il quale raccontava di essere fratello adottivo di don Ivan, “era stato ospitato da don Ivan per una sua generosa iniziativa personale e, tramite l’amministratore parrocchiale don Massimo Dotti, era stato invitato a lasciare l’abitazione per consentire al nuovo parroco di inserirsi e operare liberamente”.

“In questo momento di estrema precarietà per le condizioni di vita di tante persone - conclude la nota della Diocesi di Carpi - se da un lato si auspica un rapido percorso giudiziario, dall’altro si chiede ai mass media di operare con senso di responsabilità affinché siano evitati accostamenti fuorvianti, nel rispetto di chi ora non è più tra noi e di tutti colore che, direttamente e indirettamente, sono stati toccati da questa triste vicenda’’.