Modena, 4 settembre 2012 - Ad Antonella Ruggiero piace viaggiare, anche fra gli stili e fra i generi: «Per me è l’unico modo di divertirmi ancora con quello che mi può dare la musica — confessa —. Non sopporterei la banalità di un racconto sempre uguale, fatto di canzoni di successo che tutti conoscono, il ripetersi di un rituale sempre identico. Amo veramente andare a ‘visitare’ sia luoghi che epoche o modalità diverse di comporre musica». Ed è così che il suo “Stralunato recital”, nato ormai dieci anni fa, continua a rinnovarsi di volta in volta, non è mai uguale a se stesso. Chissà allora come sarà venerdì sera a Sassuolo, dove verrà presentato al Galà della Rosa, evento benefico per il restauro del patrimonio artistico della Bassa, danneggiato dal terremoto (e andrà in scena poi anche il 15 settembre in piazza Matteotti a Imola).

Antonella, cosa ascolteremo in questo recital?
"Riunisce le varie esperienze che ho avuto in questi anni, con varie formazioni. Dunque ci sono mie canzoni, certo, ma anche brani antichi, qualche gemma di musica sacra, e brani popolari".
Per esempio?
"Ci piace inserire alcune vecchie canzoni, nate fra la prima e la seconda guerra mondiale, che facevano parte del mio album ‘Souvenir d’Italie’. Sono brani apparentemente ingenui che raccontano un’Italia che non c’è più: noi li rivestiamo di suoni più contemporanei. Ma ci piace anche improvvisare, e quasi sempre non adottiamo mai gli stessi arrangiamenti".
Guardando indietro nella sua carriera, c’è qualcosa che non rifarebbe?
"No, assolutamente non ho rimpianti. Dopo l’esperienza con i Matia, mi sono fermata sette anni poi ho ripreso con una modalità diversa: ho toccato vari ambiti, fino alla musica elettronica. E’ stata una continua scoperta".
Anche spirituale?
"Sì, ho potuto conoscere diverse tradizioni religiose, ho cantato fra gli induisti e i musulmani, in una sinagoga a Berlino e in tante nostre meravigliose chiese: davvero la musica riesce a smuovere ciò che ognuno si porta dentro. Una profonda esperienza personale".
E guardando avanti, quali sono i suoi prossimi progetti?
"Sto lavorando al recupero di alcune famose arie d’opera italiane, che ovviamente cercherò di trattare in maniera profondamente diversa dall’originale. E’ un’idea che mi incuriosisce da tempo. Poi ho in cantiere un album di inediti, che non realizzo da molti anni. Avrei in mente anche un terzo progetto sulla canzone popolare italiana, ma credo che lo affronterò più avanti".
Lei ha scelto di abitare anche a Berlino. Perché?
"Da otto anni trascorro un po’ di tempo nelle campagne lombarde e un po’ a Berlino. Sia chiaro: adoro l’Italia e la conosco bene, ma amo parecchio anche la dimensione che ho trovato in Germania. Berlino è una città meravigliosa, ricca di stimoli culturali e artistici, piena di giovani e immersa nella natura".

Stefano Marchetti