Medolla (Modena), 13 ottobre 2013 - Sono scesi in strada a protestare perché a distanza di un anno e mezzo dal terremoto che ha distrutto case e fabbriche nella Bassa modenese la ricostruzione è ancora agli albori, impantanata nella burocrazia. I cittadini stanno presentando ai comuni le domande di contributo, con perizia del danno e tutta la documentazione necessaria, ma le pratiche si bloccano negli uffici tecnici.

Troppa burocrazia da un lato, con richieste ai progettisti di decine di documenti non sempre necessari, e  pochi dipendenti dall’altro hanno creato un imbuto nei comuni, soprattutto in quelli piccoli. Così i cittadini, dopo un anno e mezzo di promesse e rassicurazione da parte della Regione, sono scesi in strada per gridare a gran voce che la ricostruzione è ferma, che le tasse da pagare sono insostenibili, che le piccole aziende stanno chiudendo e i centri dei paesi sono abbandonati.

Erano circa centocinquanta questa mattina alla rotatoria della Cappelletta del Duca a Medollla, snodo da cui partono tutte le strade che portano nei comuni terremotati, per la manifestazione organizzata dal comitato Sisma.12. Con cartelli e striscioni hanno gridato la loro rabbia, rallentando il traffico ma non bloccandolo del tutto. Giuseppe Codaro di Mirandola è venuto con la moglie e la figlia. Indossa un cartello snadwich su cui sono scritte le date della sua pratica di ricostruzione: l’ha consegnata al comune di Mirandola il 29 giugno scorso e ad oggi non ha ancora avuto risposta.

"Ci abbiamo messo un anno per avere un certificato che accertasse l’inagibilità della nostra casa, che ha il tetto danneggiato. Tutta la nostra famiglia vive in affitto –racconta – finalmente siamo riusciti a presentare la domanda in comune: hanno sessanta giorni di tempo per dirci che viene accettata e dare l’autorizzazione al contributo, invece dopo 105 giorni non abbiamo ancora una risposta". La moglie Francesca urla con le lacrime agli occhi e lo striscione in mano ‘Errani ridacci la casa’. "I sindaci che abbiamo eletto noi sono ciechi e sordi alle nostre richieste".

Il cartello di Pierluigi Fiorani di Concordia dice tutto: "Ricostruzione trasparente o ricostruzione fantasma?". "La Regione ha sempre detto che la burocrazia serve per rendere la ricostruzione trasparente – spiega – ma i veri burocrati sono loro. Le domande presentate sono pochissime, io ho la casa da abbattere e devo ancora presentare la domanda". C’erano anche piccole imprese schiacciate dalle tasse, come la maglieria di Chiara Ferriani a Crevalcore. "Devo pagare 13.200 euro di tasse arretrate perché erano state sospese, la prima rata entro il 31 dicembre prossimo, 4500 euro. Con un calo di fatturato del 14% non riesco a pagarle, aspetto che mi arrivi segnalazione di Equitalia e poi spero di poter pagare a rate". Rabbia e disperazione nella manifestazione iniziata intorno alle 10.30 e conclusa poco dopo le 14.

Silvia Saracino