«Bastonate selvagge col manganello. Erano esaltati, uno sembrava un ninja»

Via Bergamo, i coniugi Tonini raccontano la rapina: «Hanno fatto cadere un bimbo»

Giuliana e Guerrino Tonini (FotoFiocchi)

Giuliana e Guerrino Tonini (FotoFiocchi)

Modena, 14 settembre 2014 - «SONO entrati nel negozio con l’intenzione di picchiarci, anche se c’erano due bambini con la nonna, uno era vestito completamente di nero e sembrava un ninja». A Giuliana e Guerrino Tonini, i titolari della gastronomia di via Bergamo (zona Morane) rapinata venerdì mattina da due uomini incappucciati, viene ancora la pelle d’oca nel ripercorrere gli attimi dell’aggressione.

«Ero dietro il bancone — racconta Guerrino — Ho visto dalla vetrata due uomini arrivare coi volti coperti e due manganelli. Nel negozio c’erano vari clienti, ho urlato che c’era una rapina, ma ormai era tardi. I banditi erano già dentro: hanno spintonato un uomo facendolo cadere, hanno buttato a terra un bambino mentre l’altra bimba si è messa in un angolo. Sono venuti dritti verso di me e uno dei due ha iniziato a picchiarmi. Mi ha dato un sacco di manganellate, io mi difendevo con il tagliere, poi sono caduto e ho iniziato a scalciare. Lui mi ripeteva ‘Maledetto’ e ordinava all’altro di prendere la cassa. Erano italianissimi».

Nel frattempo è arrivata anche la moglie di Guerrino: «Ho visto mio marito a terra con un uomo sopra che lo picchiava. Ho cercato di aiutarlo ma un altro uomo, tipo ninja, mi ha dato quattro bastonate. Mio marito mi diceva di scappare, mi sono rifugiata nello sgabuzzino e ho tirato la porta con tutta la forza che avevo per chiuderla a chiave. Poi ho composto il 113. Quando ho sentito silenzio sono uscita, Guerrino era fuori sanguinante ed erano già arrivati i vicini».

I rapinatori hanno arraffato 600 euro e i buoni pasto e sono scappati con la Fiat Uno verde guidata da un complice. «Quello che ha aggredito mio marito aveva una bandana bianca sulla bocca, quello che ha picchiato me aveva il volto coperto con qualcosa di nero. Vedevo solo gli occhi. Noi non abbiamo reagito, sembravano su di giri, esaltati, ci hanno pestati senza motivo, con una cattiveria inaudita. Non si sono fatti scrupoli della presenza di bambini, non capisco come mai abbiano deciso di entrare alle 11,20 quando il negozio era pieno», spiega Giuliana. I due hanno un cerotto in testa, Guerrino una costola incrinata e numerosi lividi su tronco e braccia. Sono state nonna e bambina a fornire il numero di targa parziale dell’auto usata per la fuga, poi ritrovata dalla polizia in via Viareggio assieme a un’altra Fiat Punto oggetto di furto.

Nella Uno sarebbe stata trovata la bandana di uno dei rapinatori: la Scientifica sta analizzando i reperti mentre la squadra mobile ha già acquisito le immagini di varie telecamere e sta lavorando per risalire ai rapinatori. «Ringraziamo di cuore la polizia — dicono i coniugi — Oltre che professionali, sono stati anche molto umani, erano presenti e attivi. Ci hanno confortati».

L’ipotesi è che ad agire siano stati malviventi di basso spessore criminale ma per questo più pericolosi perché fuori controllo. Probabilmente erano sotto l’effetto di stupefacenti. «Speriamo che vengano presi — conclude Guerrino Tonini — In ogni caso lunedì riapriremo l’attività, non si può fare altro». Intanto ieri sulla saracinesca abbassata c’era il cartello «chiuso per rapina». Un cartello simbolico: nel quartiere pochi minuti dopo l’aggressione tutti sapevano quello che era accaduto ai Tonini. La rapina di venerdì segue i furti nei garage del giorno prima in via Vigevano, altre razzie nelle strade limitrofe e l’assalto al bar Gerri di strada Morane di alcuni mesi fa.