Ricattava dirigenti della Bper, ora è agli arresti domiciliari

L’indagine condotta da carabinieri. Un imprenditore che non riusciva a pagare le rate del mutuo, spacciandosi per una fantomatica "falange armata contro le banche", minacciava dirigenti Bper chiedendo 4 milioni di euro

La sede centrale in via San Carlo della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna

La sede centrale in via San Carlo della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna

Modena, 6 ottobre 2015 - Tentata estorsione verso i vertici della “Banca Popolare dell’Emilia Romagna”: con questa accusa è finito ai domiciliari un imprenditore modenese di 61 anni, T. C. attualmente residente a Parma.

L'indagine dei carabinieri ha portato alla luce gravi indizi a carico dell'uomo. Con lettere intimidatorie contenenti esplicite minacce di morte, a firma di un fantomatico gruppo criminale denominato “falange armata contro le banche” e telefonate dirette anche ai familiari dei destinatari, l'impenditore aveva preteso la consegna di quattro milioni di euro, a titolo di risarcimento per presunte vessazioni subite dai risparmiatori ad opera del sistema bancario. 

Le vittime del tentativo di estorsione hanno però fatto denuncia, e così i carabinieri e la Procura hanno potuto identifidare l’autore degli scritti e delle chiamate. Si è così appurato che l'imprenditore era in gravi difficoltà economiche, per il dissesto finanziario della società di servizi (oggi fallita) della quale era amministratore, e che per questo motivo non era riuscito a pagare le rate di alcuni mutui accesi presso una filiale proprio della stessa “Bper Banca” per l’ammontare di oltre 300.000,00 euro, con conseguente pignoramento di alcuni immobili di proprietà della sua famiglia.

Durante le perquisizioni, in auto in casa del 61enne, sono state trovate altre lettere con richiesta di denaro, lettere non ancora inviate, e indirizzate anche ad altri consiglieri del medesimo gruppo bancario, fotografie ed annotazioni riportanti orari relativi agli spostamenti delle vittime e dei loro familiari, nonchè schede telefoniche, computer e vari supporti informatici che sono stati quindi sequestrati. 

E' anche emerso che l'uomo effettuava le chiamate da cabine telefoniche, per non essere rintracciato, e seguiva le sue vittime e anche i loro familiari con appostamenti e pedinamenti a casa e al lavoro.

Sabato mattina è stato fermato e tradotto al S.Anna; oggi il Gip ha confermato l’impianto accusatorio ed ha disposto gli arresti domiciliari.