Sassuolo, parla il ct Ventura “Porte aperte in nazionale”

Il tecnico azzurro ha assistito alla ripresa degli allenamenti dei neroverdi

Il ct azzurro Giampiero Ventura (Lapresse)

Il ct azzurro Giampiero Ventura (Lapresse)

Sassuolo (Modena), 27 ottobre 2016 – C’era un ospite di riguardo oggi, alla ripresa degli allenamenti del Sassuolo: ad assistere alla seduta dei neroverdi era presente infatti il ct della Nazionale Giampiero Ventura, che ne ha approfittato anche per parlare della squadra di mister Di Francesco: “Il progetto Sassuolo credo che ormai sia sulla bocca di tutti – commenta il ct azzurro – stiamo parlando di una squadra con diversi giovani interessanti. Quando si decide di realizzare progetti di questo tipo bisogna anche dare ai giocatori il tempo di crescere anno dopo anno e il club neroverde ha deciso di intraprendere questa strada”.

Una strada che nel corso degli anni ha portato il Sassuolo a scalare le classifiche del calcio nostrano fino ad arrivare in Europa: “Oggi questa squadra gioca in Europa – continua Ventura – e all’interno della sua rosa ha dei giovani che possono ambire a diventare protagonisti a livello nazionale, ma come tutte le cose in Italia è necessario non avere fretta”.

Si parla di giovani ed è impossibile non pensare ai vari Berardi, Pellegrini, Ricci, Mazzitelli: “Sono tutti giocatori che hanno la possibilità di avere un futuro importante, con che velocità però dipende solamente da loro. Tante volte nel nostro lavoro purtroppo manca il tempo, con la Nazionale per preparare le partite abbiamo solamente pochi giorni e diventa difficile adattare i giocatori a schemi diversi da quelli con cui giocano nelle rispettive squadre”.

Ma se il Sassuolo ha dei giovani interessanti, allo stesso tempo non mancano ‘veterani’ come Consigli e Acerbi che si stanno esprimendo ad ottimi livelli sia in campionato che in Europa League: “Acerbi è un giocatore che ha già vissuto l’esperienza della Nazionale – continua il ct –. Per motivi di tempo e di continuità, il mio ciclo è ripartito dal modo di giocare che aveva Conte e la difesa è sempre a tre, mentre lui è abituato a giocare in una retroguardia composta da quattro giocatori; allo stesso tempo però voglio ribadire che con me le porte dell’Italia non sono chiuse per nessuno”.

Porte aperte quindi anche a un talento come quello di Berardi: “Domenico prima dell’infortunio ha avuto una maturazione quasi completa e ne voglio approfittare per ribadire ancora una volta le motivazioni che mi hanno portato a non convocarlo prima che si facesse male. Non aveva senso chiamare un giocatore in una squadra che ha un modo di giocare completamente diverso dal suo, ma allo stesso tempo voglio ricordare che lo stiamo aspettando, anche perché probabilmente ci saranno delle variazioni di schema in cui Berardi, date le sue caratteristiche, potrà essere coinvolto”.