Sassuolo, la piastrella valley va in Europa

La squadra di calcio si qualifica per l'Europa League e fa impazzire la città

La gioia dei tifosi in piazza a Sassuolo (Foto Fogliani)

La gioia dei tifosi in piazza a Sassuolo (Foto Fogliani)

Sassuolo (Modena), 23 maggio 2016 - Il Sassuolo delle meraviglie catapultato sul palcoscenico calcistico europeo assomiglia sempre di più alla sua città. Minuta realtà a marcata identità territoriale ma internazionale per vocazione economica, la capitale del distretto ceramico ha un certa dimestichezza col mondo: l’83 per cento di quello che produce la piastrella valley, oltre 400 milioni di metri quadri, viene apprezzato e venduto all’estero. Chissà se la squadra fuori dai confini nazionali assaporerà lo stesso successo. Intanto sognare non è proibito.

Il patron Giorgio Squinzi, che annuncia rinforzi, sembra avere le idee chiare: «L’Europa ce la siamo meritata sul campo e Di Francesco l’anno prossimo deve fare 70 punti e magari portarci in Champions League». O anche, perché no, vincere l’Europa League. «Quello raggiunto sabato è uno di quei traguardi che ti sembrano irraggiungibili», esulta il sindaco Claudio Pistoni che ha assistito a Milan-Juventus sul maxischermo nella centralissima piazza Garibaldi, assieme a oltre un migliaio di concittadini.

«Tutto questo è merito di una programmazione di una società sana e seria che tanti ci invidiano, della squadra, del mister». A fronte di un capoluogo come Modena che sprofonda in Lega Pro, a rubare totalmente la scena dunque è la piccola grande Sassuolo. Piccola per le dimensioni: poco più di 40mila abitanti (nessuna città italiana e forse straniera con lo stesso numero di abitanti può vantare di giocare in una competizione europea), in sensibile calo da tre anni a seguito della crisi economica che ha raddoppiato i disoccupati dagli 800 del 2009 ai 1600 circa del 2015.

Grande Sassuolo però per la sua scuola musicale: per citarne alcuni, Caterina Caselli, Pierangelo Bertoli, Filippo Neviani in arte Nek, che esprime soddisfazione: «Tra anni fa la promozione in A, oggi l’Europa. Il Sassuolo non si arrende mai e noi tifosi siamo fieri di sostenere un gruppo così forte».

Grande per la capacità di insegnare al mondo come si fa innovazione di prodotto e di processo: lastre ceramiche sempre più evolute e decorate con rombi, losanghe, esagoni, motivi geometrici che sembrano quasi evocare il fraseggio euclideo della squadra di mister Di Francesco in campo. E unica anche per il patrimonio culturale che finalmente si è decisa a valorizzare, a partire da Palazzo Ducale, residenza estiva del duca Francesco d’Este: da quando ha aperto con continuità conta 30mila visitatori all’anno.

«Sicuramente l’approdo in Europa League accende un ulteriore faro sulla nostra Sassuolo – gongola il presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli –. Credo che questo successo sia anche il risultato di un certo modello di impresa diffuso in questo territorio». Sulla scia il patron della System Franco Stefani: «Il successo del Sassuolo è frutto di un intero distretto che ha creduto in questa realtà sostenendola attraverso le sponsorizzazioni, gli abbonamenti, ciascuno ha fatto la propria parte». E non dimentichiamo, prosegue, «il prezioso lavoro svolto quando la squadra militava nelle categorie inferiori dal presidente Carlo Rossi, che ha portato in dote alla Mapei questo patrimonio».

Non stupisce allora se la favola dei neroverdi sembra emozionare e incuriosire tutto il mondo pallonaro: «Diciamo che l’operazione ‘squadra simpatia’ che ci eravamo prefissi è compiuta – sorride il vicepresidente di Emilceramica e vicepresidente del Sassuolo calcio Sergio Sassi – un organico italiano per dieci undicesimi, quando giro per il mondo per lavoro, in Australia, negli Stati Uniti, in Asia, mi chiedono del Sassuolo, e da altre parti d’Italia, quando la squadra vince, mi arrivano messaggi di congratulazioni e interrogativi su qual è il segreto di questo modello Sassuolo». Che tuttavia, per non avvantaggiare i prossimi avversari, è meglio non svelare.