Scandalo smaltimento rifiuti, cinque indagati a Modena

Fra gli indagati tre dirigenti di Herambiente s.p.a. e un dipendente della cooperativa impiegata nell’impianto modenese di via Caruso. La multiutility: "Bisogna attendere il rituale confronto processuale"

Un camion per la raccolta dei rifiuti

Un camion per la raccolta dei rifiuti

Modena, 30 maggio 2016 – Intercettazioni telefoniche e ambientali, controlli sul campo e documentali. Con queste premesse il nucleo investigativo del Corpo Forestale dello Stato (su un’indagine coordinata dalla Dda) ha svelato un presunto traffico di rifiuti, false attestazioni e truffa aggravata ai danni dello Stato. Indagini che sono cominciate nel 2014 e si sono da subito focalizzate sulle modalità di gestione dei rifiuti urbani e speciali presso l’impianto modenese di recupero della società Akron s.p.a. di Imola (Bologna), che dal luglio 2015 è stata assorbita dalla società Herambiente s.p.a. di Bologna.

Le attività investigative hanno verificato che presso l’impianto di recupero rifiuti di via Caruso a Modena, negli anni 2013-2014-2015, mediante una sistematica e cosciente violazione della normativa, sono state gestite illecitamente più di 125.000 tonnellate di rifiuti urbani e speciali. Le indagini hanno evidenziato una situazione di rodata gestione illecita, costituita dalla volontaria attribuzione di errati codici identificativi rifiuti al fine di renderli cartaceamente recuperabili, visto che altrimenti, per la loro natura, non avrebbero potuto essere gestiti presso l’impianto, nonché al fine di agevolarne il conferimento da parte di propri clienti.

Inoltre, le complesse attività effettuate, permettevano di appurare una sistematica omessa attività di selezione/recupero a norma di legge di talune tipologie di rifiuti, compresi anche quelli originati da raccolte differenziate urbane comunali, quali carta e plastica. Di particolare evidenza risultava poi il fatto che, ingenti quantitativi di rifiuti costituiti principalmente da urbani ingombranti e imballaggi misti speciali, venivano smaltite in discarica tal quali, in quanto il loro recupero non risultava sufficientemente remunerativo per la ex società imolese. Si è calcolato che nel triennio 2013-2014-2015, mediante artifizi e raggiri costituiti nel non aver sottoposto a recupero tali rifiuti ma nell’aver loro esclusivamente cambiato codice, nonché mediante false attestazioni documentali del loro avvenuto recupero, la società Akron s.p.a. abbia illecitamente smaltito in diverse discariche rifiuti usufruendo indebitamente dell’ecotassa in forma agevolata, introitando un ingiusto profitto pari a circa 800mila euro, costituito dall’omesso versamento dell’intera quota di tributo dovuto alla Regione Emilia Romagna.

All’esito di quanto emerso sono state indagate cinque persone, tra le quali l’ex legale rappresentante della Akron s.p.a., tre funzionari della stessa società, ed ora dirigenti/responsabili di Herambiente s.p.a. ed un dipendente della cooperativa impiegata nell’impianto modenese. Inoltre è stata segnalata la società ai sensi della normativa inerente la responsabilità amministrativa dell’ente.

Hera, intanto, presa visione del comunicato diffuso dal Corpo Forestale dello Stato, «contesta in toto l’affermazione che le indagini abbiano evidenziato una situazione di rodata gestione illecita dell’impianto modenese di recupero di rifiuti da parte della società Akron s.p.A., incorporata dalla società Herambiente S.p.A. dal luglio 2015. Nel suddetto comunicato vengono ipotizzate accuse che peraltro non sono state convalidate dal Giudice per le indagini preliminari sul presupposto che ‘la ricostruzione ad oggi possibile in forza delle indagini compiute è troppo vaga per affermare che le condotte accertate siano riconducibili entro il paradigma dei reati come descritti nella contestazione provvisoria….’».

«L’ipotesi accusatoria – continua la multiutility – si fonda su valutazioni e ricostruzioni contraddette dalla documentazione in atti e dalle autorizzazioni esistenti. Occorrerà quindi attendere il rituale confronto processuale delle parti per l’esito di una vicenda i cui contorni devono ancora essere totalmente da verificare».