IL NOIR E’ A COLORI

IL bello di una città noir è proprio che... è tutta a colori. E’ stata la prima impressione, quando mi sono seduto in poltrona per seguire la prima puntata di «Che Dio ci aiuti». Molte città italiane sono divenute quasi delle icone sullo schermo: pensiamo alla Bologna di Pupi Avati oppure alla Ferrara ritratta da Vittorio De Sica nel «Giardino dei Finzi Contini», per non parlare di Firenze e Venezia che sono delle fuoriclasse. Modena invece non ha mai avuto una vera e propria ‘immagine’ cinematografica, quindi ero molto curioso di vedere come l’avessero dipinta nella serie tv. E ammirandola sul teleschermo della prima serata, mi hanno colpito sùbito i suoi colori, le straordinarie tinte esaltate da un accorto uso della luce e dall’alta definizione.

L’ocra delle facciate della Pomposa, il giallo e il beige dei portici di via Carteria, il cielo spruzzato di rosso di un tramonto su piazza Grande, alla Beppe Zagaglia. Forse noi modenesi, che ogni giorno camminiamo fra queste ‘scenografie’, ci siamo talmente abituati ad averle come vicine di casa che quasi non ce ne accorgiamo più. Bellissimo lo scorcio di via Farini con il Palazzo Ducale, suggestivo il Palazzo Comunale a sera: aspettiamo di vedere il Duomo nelle prossime puntate, per la Ghirlandina svestita magari dovremo aspettare la seconda serie. certo, una fiction non è un film d’essai: è un prodotto di largo consumo, richiede una sua semplicità di fondo e come tale va valutato.

E - visto che in ogni puntata gli sceneggiatori ci infilano un segreto, un delitto, un suicidio - uno spettatore che segue da Udine o da Barletta può farsi l’idea che Modena sia una città più ‘noir’ di quanto non lo sia realmente. «Che Dio ci aiuti», in realtà, è un giallo venato di rosa, o un cocktail di commedia e mystery. E’ un prodotto familiare, contiene la ‘morale’ d’ordinanza, il ‘volemose bene’, i buoni sentimenti che - intendiamoci - non vanno disprezzati in questi tempi così acidi. Forse tutto questo ci aiuterà a far scoprire la nostra terra a chi non la conosce. Ma forse (e tanto meglio) aiuterà noi stessi a riscoprirla.